Via, lontano! Yehehe’el, YHH-’EL: «i miei occhi (Y) si aprono su mondi nuovi, su perenni scoperte (HH)». Se il mutismo di cui parlavamo nella scorsa puntata è punizione frequentissima per chi rimane attaccato al passato, ciò che annunciano invece Yehehe’el e i due Arcangeli seguenti è la ricompensa promessa a chi prova a diventare libero. Prospettive sconosciute, di cui oggi puoi sapere soltanto che non ne sai nulla: OGGI non ne sai nulla. E non perché qualche divieto te lo impedisca, ma perché così come sei oggi non lo potresti sapere comunque, non le vedresti, nemmeno se le avessi davanti agli occhi. Sei ancora troppo opaco, troppo al di qua di ciò che sarai domani: il che è del tutto normale, dato che la tua anima sta crescendo a considerevole velocità. Domani ne vedrai un po’ di più, esplorerai una prima H: e magari sarà proprio nelle persone che già conosci, che già ami, nei luoghi in cui vivi, nelle cose di tutti i giorni… ma era una bellezza, una radianza, un senso che fino a ieri non avevi notato mai. E più in là, anche domani, avrai un’altra H: saprai per certo, cioè, che il giorno seguente ti attenderanno altre sorprese luminose, altro stupore.
Sempre che, naturalmente, non ti spaventino quelle innumerevoli H nel tuo futuro. Una certa banalità popolare raccomanda di non «lasciare la strada vecchia per la nuova» appunto perché non si sa cosa ti aspetti più oltre. È la ragione principale per cui i libri di storia sono così noiosi: sempre gli stessi errori dei popoli, sempre gli stessi disastri e le stesse servitù, proprio per la paura dell’ignoto. E anche il Nome dell’Arcangelo di oggi può rivelarsi, allora, una punizione: «Io guardo (Y) e non vedo nulla (H), nulla di nulla (HH)» perché ho paura di non vedere più quel che vedevo prima. Conoscete qualcuno che dice o pensa così? La stessa banalità popolare lo conforta: «Chi si contenta gode» – ma non conosco nessuna attività umana, pubblica o privata (soprattutto privata) in cui questo proverbio si dimostri giusto.
Continua..
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