Il «porto», nel Nome di Damabiyah, è nelle lettere M e B: madre e padre, casa e famiglia, le norme e le istituzioni esistenti. La nave che dovrebbe, potrebbe salpare è nella D, che – ricordate? – è il geroglifico del diramarsi, dell’abbondanza che si dona a molti. DMB può essere la formula di chi, ampliandosi, donandosi agli altri, sa scoprire porti nuovi; oppure di chi, pur avendo tanto da dare, non riesce a uscire di casa. È precisamente il bivio dinanzi al quale stanno (e vi aspettano SEMPRE) tutti quanti gli Angeli Lunari, i donatori di circostanze, di occasioni.
Nel culto popolare degli Angeli (ben documentato già ai tempi di Gesù, e fiorentissimo poi nel Medioevo) vi era la convinzione che, se uno sa pronunciare bene il Nome di un qualsiasi Angelo, e conosce i suoi giorni di reggenza, e in quei giorni prova a recitare all’Angelo una preghiera o invocazione, e se riesce a recitarla con tutto il cuore e senza distrarsi, può poi dire a voce alta un suo desiderio e (di nuovo l’HEKA) l’Angelo gli concederà entro 24 ore occasioni splendide di realizzarlo. Occasioni, notate bene! Un incontro, un’intuizione, un ricordo improvviso, un’ispirazione precisissima – ma anche molto rapida, come sempre lo sono le occasioni migliori. E solo chi sarà abbastanza bravo da afferrarla al volo, vedrà il suo desiderio realizzato.
Molti dicono ancor oggi che sia vero; io, dalle esperienze mie e altrui, so che le probabilità di successo di questa tecnica sono abbastanza alte la prima volta, e calano poi notevolmente – soprattutto perché, a partire dalla seconda volta, il nervosismo con cui ci si guarda intorno in attesa dell’occasione impedisce di vederla. Ma non è questo il punto principale. Ben più interessante è il modo in cui Damabiyah, il primo degli Angeli Lunari, ti insegna quali saranno, sempre di nuovo, e comunque, le forze che ti impediscono di scorgere e cogliere le tue occasioni. M e B! Tanto che penso sia più utile, prima di tentare l’invocazione all’Angelo, approfondire un po’ le proprie M e B, in modo da sapere dove NON guardare quando cercherete.
Avete sicuramente presente il comandamento «Onora il padre e la madre». Tutti lo intendono come un’esortazione a sottomettersi alla generazione precedente, al passato cioè. Ma fateci caso: non dice «obbedisci al padre e alla madre!». Dice «onorali». Capiscili, stimandoli più che puoi: il senso di stima aiuta sempre a togliere resistenze e opacità, quando si guarda una persona per accorgersi di chi è davvero. Una volta «onorati» il papà e la mamma, e tutte le altre eventuali B e M della tua vita, sii te stesso, con occhi aperti, e coopera con Damabiah e gli altri Angeli, i quali dal canto loro non aspettano altro.
Continua..
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