Quella prima Sfera, o Sephirah, è chiamata in ebraico Kether, che in lingua corrente significa «la Corona», e in geroglifico raffigura appunto l’inizio del processo di incarnazione che tutti noi abbiamo attraversato: «bisogna passare dalla K per venir adeguatamente preparati (Th) a proseguire (R)». E l’ultimo tocco, in questa Sephirah, lo diede l’Angelo di oggi, Kahethe’el, maestro della «modestia» serafinica, grande e risoluto equilibratore, come potete leggere nel suo ritratto. Fu lui, a giudicare dal suo Nome, che ci riepilogò e chiarì definitivamente la lezione dei Serafini: «Solo se sai comprenderti, confinarti, condensarti e dirigerti (K), le energie del tuo spirito (H) avranno quello scopo che a loro occorre (Th)». Perciò alcuni cabbalisti sostengono che la Sephirah Kether, la Corona, sia la sede della suprema Volontà e dei suoi segreti. Tali segreti della Volontà sono, in sostanza, due.
Il primo è che la volontà è proprio il contrario di quel che i più si immaginano che sia: è uso pensare che «volere» sia uno sforzo, che occorra produrre volontà dal nostro animo così come si spreme un limone… Ma niente affatto: nulla in te è più abbondante della volontà, tutto il tuo essere è fatto di volontà della miglior specie, e ne trabocchi di continuo. E se a volte ti sembra che te ne manchi, è solo perché hai evidentemente dimenticato le lezioni di Kahethe’el (d’altronde è passato tanto tempo da allora), e cioè che per rendere produttiva la tua volontà devi semplicemente LIMITARLA. Accorgiti di quante cose vuoi in ogni momento (migliaia), ed eliminane per ora il più possibile: riducile a dieci, tre, a una… E la tua volontà sarà talmente potente da guidarti verso l’obiettivo, come per magia. In tale operazione di riduzione, tieni inoltre presente che non deve esserci sforzo alcuno. È proprio il contrario di una costrizione: stai solo rilassando una gran parte di te, smettendo di tendere la tua volontà in tutte quelle direzioni – spesso diametralmente opposte le une alle altre.
Il secondo segreto deriva direttamente dal primo e, in parte, lo conoscete già: che tu te ne accorga o no, la tua volontà agisce sempre e in tutto. Nella vita ti capita infatti soltanto ciò che tu hai semplicemente voluto. SEMPLICEMENTE: dal latino simplex, che significa «piegato una sola volta» – cioè non spiegazzato, non ciancicato. Nella vita ti capita, insomma, ciò che un giorno hai deciso di volere senza poi ripensarci più, senza valutare pro e contro, o tua dignità, capacità o incapacità, e senza complicarti l’animo con ragionamenti del tipo «devo volere quella tal cosa», «vorrei volere quell’altra cosa», «è bene che io voglia…» – senza cioè che altre tue volizioni o non volizioni interferiscano. Quasi sempre quel tuo semplice e potentissimo atto di volontà è durato un istante: un lampo di chiarezza nel fluire della tua spiegazzatissima vita interiore. È stato talmente breve che, magari, non te ne sei nemmeno accorto; ma qualche centinaia di quei flash, ogni giorno, danno forma alla tua sorte e alla tua parte di mondo. E – naturalmente – in quegli istanti la tua volontà era potuta essere tanto semplice e chiara, proprio perché esprimeva direttamente ciò che tu pensi di te, ciò che tu credi (o hai accettato di credere) di meritare o non meritare.
E dunque: ti capitano cose scadenti, deprimenti? O insignificanti, tanto che sembra non capitarti mai nulla? Be’, Kahethe’el ti aveva avvertito di usare la K. Comprenditi, accorgiti di te, dirigiti – ti aveva detto lassù – e con quella K proteggiti anche, da chi ti fa credere cose sbagliate riguardo a te stesso, o dalle idee sbagliate che ti fai di te. La tua volontà agirà sempre, sappilo, e dunque abbine cura (altra K, anche in questa parola).
Che volete farci, dimenticarsene è la cosa più naturale del mondo: quando passavamo dalla Sephirah dei Serafini stava cominciando ad esistere soltanto la volontà (e dunque la possibilità) che noi nascessimo. I nostri due genitori non si erano ancora conosciuti, magari erano appena nati anche loro. E tante altre cose abbiamo dovuto imparare poi, nelle altre Sfere, prima che alla mamma cominciassero le contrazioni…
Continua..
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