Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

69. LE DOMINAZIONI E LE DUE SEPHIROTH AZZURRE

23/07/09

69_BattisteroFILa prossima volta che capitate a Firenze, andate a visitare il Battistero, davanti al Duomo. Ci sarà sicuramente un po’ di coda, ma vale la pena. Una volta entrati, guardate in alto, e nella cupola li vedrete tutti quanti: Serafini, Cherubini, Troni e Dominazioni e poi tutti gli altri, con sotto le loro scritte – come per gli ospiti in televisione, solo che nel Battistero le scritte sono in latino. Noterete che le Dominationes hanno un tono azzurrino, e accanto a loro le Potestates (le Potestà) hanno un tono un po’ più intenso, quasi blu. Sono appunto i colori tradizionali di queste due Gerarchie angeliche, che nell’Albero della Vita si trovano in posizione simmetrica: le Dominazioni sulla Colonna di destra – quella dell’abbondanza, della grazia – e le Potestà sulla Colonna di sinistra – quella della riflessione accurata, della razionalità, del giudizio rigoroso. Sono entrambe azzurre proprio perché, oltre che simmetriche, hanno la medesima funzione: insegnano, a chi dovrà nascere, il CORAGGIO. Ciascuna lo fa, naturalmente, a suo modo.

La Quarta Sephirah, quella appunto delle Dominazioni, si occupa del coraggio di usare i propri talenti, di precisare i propri desideri (di «non fare sconti a Dio», come usa dire una mia cara amica) e di non lasciarsi opprimere dai propri umori cupi o dalle circostanze negative – e non per nulla il primo Angelo delle Dominazioni è proprio Nithihayah, che pone ai suoi protetti un’unica scelta: o abbracciano la difficilissima ed entusiasmante carriera di strega (nel senso migliore del termine) o per tutta la vita si sentiranno inutili e assurdi. La Quinta Sephirah, quella delle Potestà, si occupa invece del coraggio di vedere e affrontare i propri difetti, di rifiutare le illusioni su se stessi e sugli altri.

Quanto all’azzurro, ne ho scoperto il senso soltanto poco tempo, conversando con un altro mio caro amico, Maurizio Zanolli, pittore, filosofo, autore di una originalissima teoria dei colori (vi consiglio caldamente di andare a vedere i suoi spettacoli): secondo Maurizio, i colori sono uno dei linguaggi dell’uomo e della natura al contempo, e probabilmente anche di Dio; sono come lettere, e in tutto ciò che ci circonda formano parole ben chiare, dimodoché chi impara a conoscerli può cominciare a dialogare con tutto ciò che lo circonda, e farsi raccontare che cosa tutto significhi, e che cosa – inconsapevolmente di solito – abbiano voluto dire a se stessi gli uomini usando certi colori invece di altri. «Magnifico! E l’azzurro?» gli ho domandato. «L’azzurro» mi ha risposto (e Maurizio non si intende di Qabbalah) «è la risolutezza, la decisione, l’assunzione di responsabilità. Guarda tu stesso: che cosa vedi di azzurro, intorno a te? Decifra.» Ho provato a decifrare, e ho constatato che ha ragione. Mi sono sempre piaciute molto le teorie che trovano conferma OVUNQUE POSI LO SGUARDO.

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