Dicevamo, nella scorsa puntata, della ricerca delle compatibilità individuali e intime tra i «protetti» dei Settantadue Angeli. Se proprio non riuscite a individuare il vostro compagno angelico ideale, chiedete consiglio a un Lakabe’el:i «protetti» dell’Angelo di oggi sanno sempre tutto, capiscono tutto, traggono conclusioni riguardo a tutto e non solo si assumono molto volentieri la responsabilità di indicare al loro prossimo cosa sia meglio o peggio fare, ma lo guidano anche, e gli organizzano la vita, se li lascia fare.
L’unico svantaggio, nell’interpellarli, è che difficilmente potrete obiettare qualcosa: sono troppo egocentrici e dominatori, per poter tollerare i «Sì, ma…» In Lakabe’el, come anche nell’Angelo successivo, Washariyah, si esprime l’aspetto più pragmatico della Quarta Sephirah: questi due sono maestri di lucidità e concretezza, e donano ai loro «protetti» una determinazione talmente ferrea, che è facile scambiarla spesso per bruschezza.
La differenza tra i Lakabe’el e i Washariyah è che i primi sono anche molto pieni, e i secondi sono vuoti – ed entrambi nel senso migliore del termine. I Lakabe’elsono pieni (e alle persone superficiali possono sembrare molto pieni di sé) perchétraggono solamente da sé stessi le forze, le idee, gli ideali di cui hanno inevitabilmente bisogno per esercitare il loro Khesed, la loro «Generosità», sottoforma di assunzione di responsabilità per conto altrui. I Washariyah sono invece come lenti di cristallo perfettamente trasparenti, tanto più utili agli altri quanto meno contengono o portano su di sé.
Un lakabeliano potrebbe intrattenervi per ore, per esporvi le sue personalisse opinioni e ciò che da esse consegue. Se conversate invece con un washariano, la quasi totalità degli argomenti riguardererà certamente voi e non lui: e se insisterete per sapere qualcosa di più di come vive, di cosa pensa, di cosa gli piace, vi racconterà di suoi ricordi famigliari, dei suoi legami, o di cose ha letto, visto, udito – di altre persone e di opere altrui, insomma, fedelissimo sempre al suo compito di lente che mostra, ingradisce, mette a fuoco e null’altro.
Sono due modi contrapposti di donare se stessi: traetene la lezione che sempre occorre trarre dalle descrizioni di Angeli, domandandovi in tutta sincerità «Mi piacciono? Posso capire il loro modo di essere? Li stimo?» Se la risposta è «sì», va tutto bene e che, da questo lato dell’orizzonte zodiacal-angelico, potete stare tranquilli. Se invece storcete il naso davanti alle qualità di questi due, o un lakabeliano o un washariano non vi sono per niente simpatici, vuol dire che avete ancora molto da imparare su come essere pienamente o vuotamente voi stessi, sul come e quando darvi o non darvi importanza, oltre che naturalmente sul come assumervi volentieri ed efficacemente responsabilità.
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