Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

63. I PONTI SULLA SOGLIA E LA PRIMA ETERNITÀ

22/06/09

Dicevamo, un paio di puntate fa, dell’attrazione che l’estero esercita sui «protetti» dei Troni: ed era, naturalmente, un simbolo – cioè una descrizione trasparente, di cui cogli il significato soltanto per intravvedere un altro significato più in là, e poi un altro, e un altro ancora. Proviamo a seguire queste trasparenze. L’estero, per i Troni, è ciò che sta al di là di un confine, e al di là di qualunque confine, e contemporaneamente al di là del Confine – ovverosia di tutto ciò che per te può rappresentare un confine.

63_HorizonE dunque il confine di una nazione; e il confine dell’ambiente che sei abituato a frequentare, e al quale perciò appartieni finora (e spesso non si ha idea della misura in cui APPARTENIAMO a un ambiente, dei limiti, cioè, che esso pone alla formulazione delle nostre scelte personali); e il confine delle certezze che hai accumulato finora, e sulle quali – quasi senza accorgerti – è costruita tutta la tua immagine della realtà; e il confine di un tuo pensiero, di un ragionamento che a te sembra compiuto, esauriente, e invece si è soltanto esaurito e non aspetta altro che di venir superato; e il confine della tua vita; e il confine del tuo corpo (che la maggior parte di noi identifica soltanto con il corpo visibile, mentre abbiamo altri corpi, non meno reali ed efficaci di quello); e il confine del tuo tempo, inteso sia come tua Epoca (la dimensione storico-culturale a cui appartieni), sia come tuo orizzonte temporale (ovvero ciò che tu chiami il tuo presente, il tuo adesso, e che è a sua volta molto più grande di quel che si crede, proprio come l’estensione dei tuoi corpi)…

Ecco, tutte queste tue dimensioni hanno un Aldilà, un ESTERO, ei Troni sono maestri nel farlo scoprire, come spiega il ritratto dell’Angelo di questi giorni, l’estremamente creativo e curioso Lewuwiyah, i cui «protetti» ben riusciti vedono ogni QUI E ORA come una specie di prigione da cui progettare al più presto un’evasione.

La ragione per cui i Troni sono talmente esterofili sta anche nella particolare posizione della loro Sephirah, che costituisce appunto il confine di quello che nella Qabbalah si chiama «il primo ‘olam», cioè il Primo Mondo o anche la Prima Eternità (‘olam in ebraico ha infatti entrambi i significati, un po’ come la celebre parola greca Aiòn). Questa Prima Eternità comprende le tre Sephiroth più alte nell’Albero della Vita: Kether, Khokmah e Biynah (in angelologia: Serafini, Cherubini e Troni). È la prima propaggine, il portale dell’energia dell’Infinito, dell’Ain Soph: in gergo cabbalistico prende il nome di ‘olam ha-atsiluth, «Mondo dell’Emanazione», perché la si immagina come una dimensione emanata direttamente da quell’Infinito Divino. Per tutto ciò che, nell’Albero della Vita, viene dopo di essa, la Prima Eternità è L’ALDILÀ SUPREMO, da cui tutto ha principio, e in cui tutto si rivela…

E la memoria di questa dimensione è rimasta chiaramente impressa nei «protetti» di Lewuwiyah:

63_Letovvero L: «il crescere sempre oltre»; e la doppia W: «ciò che può precludermi la via» e che va sciolto, risolto, compreso, superato sempre, per ritrovare il rapporto con il Primo ‘Olam.

Continua..