L’Angelo di questi giorni dona quell’«energia terapeutica» di cui abbiamo già parlato (v. la puntata 8), e che può manifestarsi con successo sia nella professione medica sia nell’arte dello spettacolo. Dona anche la voglia di scoprire e far scoprire cose nuove, e una notevole dose di naturale fortuna. Nient’altro. Tra i Settantadue, è perciò uno degli Angeli più semplici da vivere: richiede, in pratica, un’unica scelta precisa ai suoi «protetti» – curare o recitare – e per il resto li lascia nella più completa indeterminatezza. Come se dicesse: «Per far fruttare il vostro talento, voi non avete bisogno di nulla: né dell’amore, né dell’amicizia, né di una qualche disciplina… Il che non significa che dobbiate fare a meno di queste cose: potete prenderne, conquistarle, imporvele, se vi va, ma sappiate che solo la vostra professione o arte potrà darvi energia, energia abbondantissima, mentre in ogni altro aspetto della vostra vita, in ogni altro rapporto sarete voi a dare, come un recipiente stracolmo che comunica con altri il cui contenuto sia inferiore».
È una forma di libertà, o più precisamente di tempo totalmente libero. Ed è il riflesso di una delle idee più avventurose della Qabbalah: lo tsimtsum, che significa «contrazione». Per poter creare il mondo – dicevano alcuni qabbalisti medievali – Dio dovette contrarsi: dovette lasciare nell’universo un luogo libero, in cui la Sua presenza non arrivasse, perché lì potesse cominciare a esistere qualcosa di diverso da Lui. Ciò avvenne all’inizio (era il modo in cui quei maestri immaginavo il Big Bang, con otto secoli d’anticipo) e continuò ad avvenire poi: il Dio-Signore, dopo aver proibito d’assaggiare i frutti della conoscenza, si allontanò; e così pure dopo aver raccomandato a Caino di lasciar in pace Abele… e così via, fino al Calvario, dove Gesù, morendo, gridò «Perché mi hai abbandonato?» L’evoluzione, secondo le Scritture, è punteggiata di tsimtsum, di tempi e spazi esistenziali lasciati vuoti, perché in essi avvenga qualcosa che NON È in Dio – e ogni volta, guarda caso, si tratta di un gran passo avanti dell’umanità. Secondo voi, PERCHÉ?
Secondo me, è un modo che Dio ha di esercitare l’uomo a essere come Lui. Libero dal bisogno e dal dovere. Certo, gli insegna questa libertà con grande cautela, come si fa con i bambini, quando si prova a lasciarli soli per un po’, a mandarli a comprare qualcosa da soli, o a far prendere loro qualche piccola decisione. Ma lo scopo è che crescano e arrivino davvero, tra qualche tempo (secoli, millenni) a far da sé, in uno tsimtsum sempre più ampio. «Imparate a essere perfetti come il Padre vostro che è nei cieli» diceva Gesù (Matteo 5,48) e qui, evidentemente, voleva essere preso proprio alla lettera.
D’altronde, fateci caso: nell’Angelo di questi giorni (o negli Angeli dei Re, di cui parleremo il 6 marzo) lo tsimtsumè molto evidente, ma anche negli altri Angeli ce n’è un bel po’. Alcuni, come Manaqe’el, Umabe’el o Yahehe’el, non richiedono nulla che riguardi il rapporto con il denaro (per i loro «protetti», cioè, la riuscita o la non riuscita in questo campo non sarà mai un fatto determinante: qui, sono liberi); altri, come ’Ay ‘a’el o ‘Anawe’el non richiedono nulla che riguardi amicizia e amore (e qui si situa dunque il loro tsimtsum); altri ancora, come gli Angeli dei Re, di cui riparleremo il 6 marzo, non chiedono proprio nulla di nulla. E vi propongo un argomento di riflessione: a mio parere, proprio in ciò di cui un Angelo non fa menzione ai suoi «protetti» io credo che vi sia il luogo più importante, il principale alambicco del laboratorio d’una vita, dove solo la libertà – per chi ha il coraggio di servirsene in modo creativo – apre prospettive radicalmente nuove. Voi che ne pensate?
Continua..
Maestro Sibaldi, sono un Umabe’el. Non ne avevo le “prove”, non me lo ricordavo, poi ho trovato le Istruzioni. Grazie.
Tsimtsumè, già il suono rende l’idea di contrazione dell’energia di questi giorni.
La riflessione: come protetta di Umabel il territorio vuoto , libero, free è il rapporto con l’energia denaro e connesse.
Questo mi era abbastanza chiaro, ma credevo fosse una privazione, un dire: – hai già tanto , tanti pieni e qui ti tocca un vuoto -.
Invece il Vuoto è proprio il “territorio per la sfida creativa”.
L’Astrologia Orientale ci da proprio i numeri, le quantità, di ogni Elemento che abbiamo in dotazione alla nascita. Quello con la quantità minore è proprio il nostro elemento fortunato. Il mio è il “metallo”.
Grazie e ancora grazie