Se l’Angelo precedente era talmente vasto e trasparente da poter sembrare vuoto, Hayiya’el è presentissimo, ben visibile e determinato. Non per nulla HY è in ebraico la radice del verbo «essere»: come a dire «Sono qui e dovete fare i conti con me! Voi fino a che punto siete? Cosa siete riusciti a essere?» E non si limita a criticare, ma giudica. I suoi «protetti» hanno infatti quello stesso istinto di giustizia che avevamo già notato nell’Angelo del 1° marzo, e che è – insieme all’energia terapeutica – la dote che si incontra più di frequente tra i Settantadue. È anch’essa assai impegnativa: più ancora di una vocazione. Se non segui una tua vocazione, corri soltanto il rischio di provare per tutta la vita un rimpianto più o meno vago, la sensazione di avere un nodo da sciogliere in fondo al cuore. Se, invece, il tuo Angelo è Hayiya’el o un altro della giustizia, e hai malauguratamente deciso di non curarti di ciò che è giusto o sbagliato nel comportamento tuo o altrui, non passerà giorno senza che tu ti senta stupido, ipocrita e complice del male del mondo. «A chi è stato dato molto, molto sarà richiesto» avverte il Vangelo: e ai «protetti» di Hayiya’el è stato dato moltissimo, in termini di vigore, audacia, autorevolezza, equilibrio, lucidità, intuito. Devono mostrarsi all’altezza di se stessi. Il mondo ne ha talmente bisogno …
D’altra parte, è lecito porsi qui il problema: perché il mondo è stato creato e diretto talmente male dalla Divinità, da richiedere alle creature umane di porvi rimedio? Dio e i suoi Angeli non potevano rifinirlo meglio, dotarlo – che so – di qualche dispositivo di sicurezza, di una qualche valvola psichica o spirituale che impedisse la produzione di cattiverie? E (cosa quantomai scoraggiante) le nostre grandi religioni non forniscono, a questo riguardo, nessun chiarimento significativo: non spiegano né perché i Cieli permisero Auschwitz o Nagasaki, né perché in quelle occasioni gli Hayiya’el non riuscirono a impedire l’orrore. Possibile che sia stata colpa SOLTANTO dell’uomo?
Io, da quel che ho letto, decifrato, pensato in questi anni, credo che veramente Dio e gli Angeli non abbiano potuto fare più di così. Sanno bene – a mio parere – che questo non è affatto il migliore dei mondi possibili, e ne sono probabilmente imbarazzati, e perciò chiedono aiuto a noi: «Dateci una mano, umani, e vediamo di portare a termine questa creazione come si deve, correggendola dove non va… Lavoriamoci insieme». Ed è, questa, un’idea antica: se ne trovano molte tracce già nella teologia egizia.
Nel giudicarla, non abbiate fretta. So bene che, così come l’ho esposta, può apparire fin troppo elementare, ingenua. Ma consideratela in termini simbolici, come segnale che vi indica un territorio «hayaeliano» della vostra psiche: quello da dove proviene il SENSO delle cose che fai e puoi fare ogni giorno, la RAGIONE del bene e del male che tu hai il potere di compiere e riconoscere. Nel ritenerti coautore di una creazione ancora incompleta vi è una fonte enorme di voglia di vivere e di agire, di salute, di creatività, quale sarebbe difficile trovare altrove, nel mondo così com’è ora.
Continua..
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