Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

48. I MODESTI

05/04/09

L’Angelo di oggi e altri due dei quattro Serafini che gli succederanno nelle prossime settimane, hanno come qualità predominante una modestia che a tanti può parere eccessiva. Quanto più alte sono le loro doti, tanto più volentieri cedono all’impulso di farsi da parte, di non voler brillare troppo, come se non volessero che qualcuno se ne abbia a male, o come se temessero la famigerata «invidia degli Dei». E non è difficile capire perché: le loro doti sono tanto alte (come per esempio l’intuizione, la veggenza nei «protetti» dell’Angelo di oggi) appunto perché il loro Ego è più piccolo di quello della restante umanità.

48_modSicuramente avrete notato anche voi, osservando i vostri conoscenti, che l’Ego è il peggior nemico della genialità: che quanto più uno si preoccupa della propria dignità, dell’impressione che può fare agli altri, tanto meno è spontaneo, e tanto meno sa dare libero corso a quei talenti che in lui sono racchiusi. Perciò (fateci caso d’ora in avanti) le persone più eccelse che vi capiterà di incontrare sono anche le più umili, le più timide; e viceversa, quando vi troverete davanti un presuntuoso, vi accorgerete di sentire emanare da lui l’odore acuto, acido della paura – della peggiore delle paure: quella di non valere niente.

Buona parte della gente, certo, sembra non notarlo, e la storia e la cronaca sono piene di presuntuosi di dubbio valore che hanno riscosso grande successo. Ma anche questo ha la sua ragione: buona parte della gente, infatti, non ama affatto e anzi teme la grandezza autentica. Teme di essere «messa in discussione» da chi vede e sa più di loro; teme soprattutto le cose nuove che chi sa più di loro potrebbe dire, e che cambierebbero punti di vista e condizioni su cui quella buona parte di gente ha costruito la propria esistenza. Perciò, A SCANSO DI COMPLICAZIONI, molti preferiscono incensare i presuntuosi.

Mi direte che numerosi psicologi sostengono proprio il contrario, e cioè che l’AUTOSTIMA è benefica, indispensabile addirittura. E in linea generale sono d’accordo: non fosse che, quando la si applica troppo frettolosamente, l’autostima ti porta a dar peso proprio a quelle tue qualità che possono venir maggiormente approvate dalle persone che ti circondano – dal capufficio, dai colleghi, dai soliti amici della domenica, dagli insegnanti ecc. E spesso finisce per facilitarti soltanto il compito di essere un buon ingranaggio della macchina, un membro ben integrato di una società che – diciamocelo francamente – è molto scadente, e ha bisogno appunto di fedeli ingranaggi per rimanere tale. A questo compito, i fiammeggianti ‘Elamiyah sono del tutto indifferenti. Li attrae troppo il piacere della propria altezza interiore, della visuale prodigiosa che da lassù si apre loro: se ne lasciano prendere talmente (quando sono veramente se stessi) da non curarsi più affatto dell’approvazione altrui, NON SI VOLTANO INDIETRO, non tornano giù a raccontare come sono bravi. La loro immagine pubblica ci rimette, sì. Ma sono felici così, e sarebbero infelici altrimenti.

Continua..

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