La seconda Sephirah, quella dei Cherubini, si chiama in ebraico Khokmah che in linguaggio corrente significa «la Sapienza». In geroglifico (ormai siete abbastanza esperti e lo vedete da voi) Khokmah, KH-M-K-H, è formata da alcune lettere principali della sfera precedente con più l’iniziale KH, che è il simbolo del lavoro, della concretizzazione. Compito generale dei Cherubini è precisamente dare inizio alla realizzazione delle energie destinate a nascere – e infatti il primo Cherubino, l’Angelo di oggi, ha un Nome che da questo punto di vista è tutto un programma: Haziy’el, «l’energia spirituale (H) riceve una sicura direzione (Z) verso quello che sarà il suo manifestarsi nel mondo (Y)». Certo, ai livelli della Sephirah Khokmah, direzione non significa ancora indirizzo, non è qui il luogo dove si sono cominciati a fare progetti dettagliati su quelle che sarebbero state le vostre
capacità e aspirazioni, e le circostanze della vostra vita. I Cherubini sono incaricati piuttosto di progettare, diciamo così, i vostri dispositivi direzionali – come ingegneri che stiano lavorando alla meccanica di un nuovo tipo di missile teleguidato. Se ne parla abbondantemente nella Bibbia, là dove la Khokmah viene personificata in una sorta di Grande Assistente del Dio Creatore, e dice:
Dall’eternità io sono stata costituita,
fin da principio, dagli inizi della Terra.
Quando non esistevano ancora gli abissi,
io venni generata;
quando ancora non vi erano le sorgenti,
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline io sono stata generata.
Quando Dio disponeva le fondamenta della terra,
allora io ero accanto a lui, come suo architetto,
ed ero la sua delizia ogni giorno…
Proverbi 8,23-30
Vi era infatti nella religione antica l’idea di una componente femminile del mondo divino, capace di architettare, di rendere possibile la costruzione. E risaliva a una tradizione regale egizia: nell’antico Egitto il Faraone è sì un maschio, e regna, ma a decidere chi di volta in volta sarà Faraone è una donna, la principessa della casa reale – lei ha il potere su chi ha potere. E la nostra parola «sapienza» (molti vostri conoscenti non lo sanno) indica appunto la superiore capacità di sapere come adoperare praticamente le cose che si sanno e le capacità che si hanno. Questa sapienza è appunto ciò che abbiamo ricevuto durante il nostro soggiorno tra i Cherubini. Non per nulla, come avete letto nel ritratto, nei giorni di Haziy’el sono nati Machiavelli e Marx, che su tale sapienza hanno strutturato le loro opere fondamentali…
E neanche a dirlo, questa sapienza, appunto perché ci viene impartita tanto presto e tanto in alto, poi nella maggior parte dei casi si dimentica. Allora scende, talvolta, a cercare chi l’ha dimenticata. Sempre nei Proverbi si legge:
La Sapienza grida per le strade,
nelle piazze fa udire la sua voce,
dall’alto delle mura essa chiama:
Fino a quando amerete l’inesperienza,
e i beffardi potranno vantarsi delle loro beffe
e gli sciocchi avranno in odio la conoscenza?
Ascoltatemi…
Ma mi cercheranno, e non mi troveranno.
Hanno imparato a odiarmi.
Proverbi 1,20 ss
È appassionante e angosciosa questa Sapienza che dà tutta se stessa e non è più accolta, fin dai primordi. E i Cherubini rispecchiano, come vedremo, entrambi i suoi aspetti.
Continua..
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