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24. IL GUERRIERO E L'ATTACCAMENTO

24. IL GUERRIERO E L’ATTACCAMENTO

Il guerriero ha bisogno di poche cose, non perché abbia una tendenza ascetica, ma perché non ha un vuoto da riempire ed ha una percezione più sottile della vita. La corsa agli acquisti, la necessità di riempirsi di oggetti per avere l’illusione di possedere qualcosa scaturisce dalla necessità di sentirsi appagati. Si tenta con totale insuccesso di colmare il senso di inutilità con l’accumulo di cose esteriori.

Il guerriero è già di per sé ricco all’interno di sé soprattutto perché la sua vita ha sempre uno scopo: per prima cosa ha l’entusiasmo della ricerca e della scoperta di sé e di conseguenza si sente impegnato sul fronte sociale perché il suo bene è collegato con il bene degli altri. Avendo anche sviluppato una percezione più profonda, gode di aspetti della vita e di situazioni molto semplici, per lo più ignorate dagli altri. Si riempie l’anima nel contatto con la natura, con la musica e la lettura, con l’arte, con le relazioni umane.

Anche nei confronti del cibo ha lo stesso atteggiamento. Apprezza il cibo ed anche il vino, ma può mangiare e può non mangiare. Non deve necessariamente essere sempre frugale o vegetariano. Ma la sua caratteristica si può tradurre: se una cosa c’è è bene. Se non c’è è bene. Non è schiavo del sonno. Può dormire poco e comunque non ama poltrire. Non si nasconde in un utero artificiale. Ciò lo porta ad avere più tempo disponibile, rispetto agli altri che sono schiavi delle otto ore di sonno.

Tutto può servire, ma niente è indispensabile. La sua semplicità nel fruire della vita gli rende più facile muoversi nelle varie circostanze. Non essendo attaccato agli oggetti, alle abitudini ai luoghi, persino alla casa, se ne può privare senza sofferenza. Egli ha sempre se stesso, la sua aspirazione, il suo entusiasmo, la sua voglia di creare.

E’ importante capire questo aspetto senza equivoci: non che egli non apprezzi ciò che ha; anzi, il guerriero gode fino in fondo ciò che ha, ma non ne è schiavo.

Continua..

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