La Vita non è mai statica. Anche un cosidddetto corpo morto è un laboratorio incessante di trasformazioni chimiche. Tale fenomeno è ancora più evidente nell’essere umano che, attraverso la capacità di scegliere e di modificare le sue azioni, è ancora più soggetto al mutamento.
Eppure la maggior parte degli uomini si aggrappano disperatamente all’idea della sicurezza, alla possibilità di mantenere lo statu quo e di organizzare una vita stabile. Niente di più illusorio! La caratteristica della Vita è l’impermanenza; tutto si può perdere, tutto si può acquistare, tutto evolve o degrada.
Il guerriero è ben consapevole di questo processo e ne fa il suo punto di forza. Periodicamente fa il consuntivo della sua vita e, sulla base di ciò che ha appreso e consolidato, è pronto ad una nuova rinascita fatta di una rivoluzione interiore, di un nuovo assetto della sua personalità, di nuovi progetti, scoperte ed avventure. Risorgere per il guerriero non è lasciare il vecchio, ma integrarlo con il nuovo, riorganizzare la complessità del suo sistema-uomo e spostarsi su un’ottava superiore; è un nuovo inizio nella spirale ascendente della sua evoluzione.
Questa capacità di navigare nei flutti della continua trasformazione è resa possibile dall’aver consolidato il suo centro di coscienza, il centro del cuore, che come un asse permette alla ruota di girare senza sosta. Il suo risorgere è quindi inclusivo di ogni parte di sé. Anche i lati oscuri sono accolti e trasformati, anche gli errori, le perdite e le miserie.
Questo è il significato profondo che il guerriero dà alla Pasqua.
Continua..
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