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163. IL GUERRIERO E LE PAROLE

163. IL GUERRIERO E LE PAROLE

Il linguaggio affonda le sue radici nei movimenti vitali ancestrali dell’essere umano, che si collegano agli impulsi del plasma cellulare alle origini delle prime forme viventi. Per tale motivo il suono, e quindi la parola, incide profondamente sugli Uomini.

Ma spesso non ce ne rendiamo conto e subiamo una sottile e infida ipnosi attraverso l’uso di alcune parole che sono entrate nel linguaggio comune, a tal punto da essere adoperate come valori, dimenticando il senso pericoloso e distruttivo che esse hanno.

L’esempio più lampante è la parola “consumo“. E’ una parola tremenda, se ci fermiamo un attimo a riflettere sul suo significato: consumare vuol dire usurare, sciupare poco per volta. Eppure noi siamo chiamati “consumatori” e viviamo nella società dei “consumi”.

Se diminuiscono i consumi il governo si allarma, perché il progresso di una società è misurato (follia delle follia) dal quantitativo dei “consumi”.

Se lo traduciamo con consapevolezza, questo discorso suona così: Il progresso si basa sul consumo della Terra. Consumare vuol dire esaurire le risorse, spolpare la natura, succhiare la linfa della Terra. Noi siamo quindi solo dei parassiti.

163bNessuno si rende conto veramente che la Terra è un sistema chiuso, anche se comunica con il resto dell’universo su altri piani più sottili. Ciò significa cheinevitabilmente le risorse termineranno. Qui non c’entra la filosofia, la spiritualità, la morale, l’etica e tutte le belle parole che ci gonfiano di orgoglio e ci fanno sentire grandi Uomini.

Anche verso di noi abbiamo lo stesso atteggiamento di consumo: ci consumiamo continuamente, usuriamo le nostre risorse, attraverso cose e azioni inutili: competizione, orgoglio, presunzione, falsa umiltà, pietismo, sprechi, potere, etc, etc… Consumiamo spiritualità, tecniche di risveglio, discorsi, opinioni, filosofie, meditazioni…
STOP. Fermiamoci.

Il guerriero si arresta, apre gli occhi sulla sua illusione e si vede e vedeTorniamo alla semplicità. Apriamo davvero il Cuore alla gentilezza amorevole, alla compassione, al rispetto verso noi stessi innanzitutto, e di conseguenza verso gli altri e verso la natura.

Solo un’umanità che si sveglia a questa consapevolezza, può salvarsi e fare un salto evolutivo.
STOP…

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