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196. IL GUERRIERO E IL CORPO COME PORTALE

196. IL GUERRIERO E IL CORPO COME PORTALE

Sentire il corpo è il principio essenziale per richiamare la Presenza. Ormai questo assunto deve diventare un intento categorico di ogni ricercatore: senza corpo non c’è Presenza. Naturalmente il catalizzatore della Presenza è il respiro a cui si giunge tramite il primo strumento di un’importanza eccezionale: l’ATTENZIONE.

Dice Echart Tolle: “La Presenza è un’intensa vitalità. E questa intensa vitalità è sia interna che esterna. In modo molto sottile pervade tutto il corpo” (A. S. Dalal – Eckart Tolle e Sri Aurobindo – La Lepre Edizioni)

Quando entri profondamente nel corpo non c’è più il senso di ‘osservo il corpo intyeriore’ […] La dualità scompare, sei presente in tutto il corpo, proprio come sei presente in tutto quello che è oltre il corpo.Qualunque cosa tu percepisca è te stesso. E questo riconoscimento non viene attraverso la mente ma attraverso la Presenza. Così il modo più veloce per uscire dalla mente è entrare con la tua attenzione nel corpo.

Ecco la sequenza che non deve essere assolutamente regola, ma suggerimento: attenzione sul respiro – corpo – energia vitale – Presenza.
Ciò che il ricercatore scopre è che, se si sente pienamente il corpo, non lo si avverte come un oggetto solido, ma come un campo pulsante di energia vitale che corrisponde anche alla nostra identità essenziale, al di fuori di ogni rappresentazione dell’ego.
All’inizio c’è un osservatore e un oggetto osservato… ma poi tu sei la Presenza e non c’è più soggetto e oggetto.

Dice Tolle: “Entrando nel corpo hai trasceso il corpo. Diventa una piccola porta per entrare nell’essere, nel non-manifesto
Così un bella meditazione è entrare profondamente nel corpo finchè il corpo scompare, finchè tutto ciò che resta è il campo d’intensa vitalità… niente corpo. E quella è quiete e quella e Presenza”.

Anche il Surrender è un’altra porta per accedere al Divino, condivisa da Tolle e più volte espressa nelle esperienze dirette di Sri Aurobindo e Mère.
Corpo è Surrender sono collegati strettamente perché stando nel corpo si è nel presente, in ciò che c’è all’istante, e il Surrender è lo stato di adesione completa a ciò che c’è nel momento dato. Io aderisco e includo l’esperienza presente, qualsiasi essa sia; questo lo posso fare solo se sono nel corpo e non sovrappongo all’esperienza il mio rifiuto o il mio giudizio. Se c’è l’Ego non può esserci surrender.

Dice Tolle: “Ego e Surrender non possono in realtà coesistere. La capacità di dire sì a ciò che c’è non viene dall’ego. Chi è fortemente trincerato nell’ego mentale nemmeno comprenderebbe il significato di dire sì a ciò che è”.
Il Processo viene così descritto da Sri Aurobindo: “Si costringe la mente ad assumere la posizione del Testimone (…) Io sono il Purusha testimone; sono silenzioso, distaccato, non vincolato (…) Il sadhaka (il ricercatore)percepisce dentro di sé la crescita di una coscienza separata, calma e silenziosa, che si sente del tutto distinta dal gioco superficiale della mente, del vitale e della Natura fisica”.

Tutto questo processo di sviluppo del testimone tramite l’attenzione e la Presenza è anche prodotto dalla Vipassana. In realtà Sia Tolle, che Sri Aurobindo, che il Buddha, indicano una strada fondamentalmente identica.
Dice Tolle: “Ogni volta che scegli la Presenza stai facendo una pratica spirituale e quando la Presenza diventa il tuo stato normale, mette fine alla pratica spirituale”…

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