Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

174. IL GUERRIERO AGISCE PER LA TERRA

Una salvezza, una realizzazione, una trasformazione personale non possono soddisfare chi si definisce autenticamente guerriero e ricercatore. Perché esiste un solo campo unificato, una rete di coscienze connessa istante per istante ed un percorso evolutivo dell’umanità e della Terra.

174Il compito del guerriero è portare nuova consapevolezza, inviare correnti d’amore e di benevolenza nel campo terrestre, partecipare al progetto comune di un nuovo paradigma della Coscienza.

Ogni giorno il guerriero nelle sue meditazioni costanti invia pensieri di Unione, di Pace, di Concordia, nel corpo della madre Terra.

Sri Aurobindo biasimava uno yoga esclusivamente volto a se stessi. Non c’è separazione tra niente e nessuno: ogni filo d’erba è connesso con ogni formica e con ogni aquila e con ogni Uomo, sia che stia in Amazzonia o nelle nostre orribili città di menzogna.

Sentire la connessione è un’esperienza sublime che fa nascere nel cuore un sorriso anche nel grigio silenzio delle nebbie urbane. Tra la folla il guerriero non si sente estraneo, riconosce il dolore della gente, e sente nascere ogni volta una preghiera rivolta verso chi soffre.

Inviare benevolenza è una pratica fondamentale del guerriero: nel buddhismo si chiama Tong len, in India Atisha.

“Questo è il metodo della compassione: bevi tutte le sofferenze e riversa ogni benedizione. all’esterno Se lo fai, rimarrai sorpreso: nel momento in cui assorbi in te tutte le sofferenze del mondo, non sono più tali. Il cuore le trasforma immediatamente in energia. Il cuore è una forza trasformante: assorbe l’infelicità e la trasforma in beatitudine… poi la riversa all’esterno. Quando avrai compreso che il tuo cuore è in grado di compiere questa magia, questo miracolo, vorrai farlo sempre, in ogni situazione” (Viramo).

I cardini del guerriero sono il rispetto, la tolleranza e la solidarietà. Su questi temi egli modella la sua praticae la sua vita. Ogni mattina egli medita nello spazio del cuore e termina la sua meditazione offrendo all’umanità il suo amore. Potremmo chiamare questa pratica anche il Diksha della Compassione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento con Facebook