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10. EDUCARE I BAMBINI

10. EDUCARE I BAMBINI

Recentemente, io e il mio compagno Alberto abbiamo tenuto un corso di una settimana per bambini dai sette ai quattordici anni, in un bellissimo posto, in Umbria.

Quello che ho notato è stato che i bambini, trovandosi in mezzo alla natura più incontaminata, si lasciavano essere più liberi e selvaggi. Dopo poco si sono tolti le scarpe e le calze senza più usarle fino alla fine della settimana. L’abbigliamento, firmato e curato nei particolari all’arrivo, si era ridotto sia per i maschi sia per le femmine in un paio di pantaloncini unito solo ogni tanto a una semplice maglietta.

Inizialmente timorosi di camminare scalzi sulle stradine di sassi, dopo poco correvano senza più accorgersene. La natura li accoglieva tirando fuori il loro lato più semplice e spontaneo.

Durante le attività venivano guidati con autorevolezza, ma nel momento del gioco libero sembravano cavalli imbizzarriti con bisogno di sfogo sfrenato. Non sapevano gestire la libertà! E al chiedere loro il motivo, la risposta fu unanime: “Perché abbiamo bisogno di sfogarci, cosa che non riusciamo mai a fare per tutto l’anno a casa. Regole, scuola, compiti, tutti che ci assillano con le loro pretese; ci sentiamo compressi senza riuscire adesprimere quello che siamo e che sentiamo. E’ bellissimo poter lasciarsi andare”.

Spiegammo ai bambini che capivamo la loro necessità, ma che dopo essersi “sfogati” a sufficienza avrebbero dovuto comprendere che si può essere liberamente se stessi anche in modo costruttivo e creativo, e che lo avremmo fatto insieme. Facemmo così assaggiar loro il potere del sentirsi nutriti nell’anima. Perché proprio di quello avevano disperato bisogno. E quando si sentirono veramente nutriti… tutto si trasformò in armonia e appagamento.

Tre regole dovevano rispettare:
1) Non lamentarsi mai perché ci si indebolisce.
2) Non fare mai domande riguardo al futuro e quindi sul cosa avremmo fatto dopo.
3) Non esagerare in niente, cioè comprendere come ci si può divertire e star bene senza cadere nell’eccesso e quindi nella disarmonia.

Queste regole li portarono a vivere e soprattutto ad accettare completamente il momento presente senza aspettative e desideri i quali appartengono solo al futuro.

I bambini hanno bisogno di “prove” per conoscersi, stimarsi e potersi sperimentare. Camminarono bendati nel bosco per percepire che il mondo non è solo quello che appare, compresero che basta essere morbidi per correre scalzi sui sassi senza farsi vincere dal dolore, provarono che l’immobilità e lo stare soli con se stessi per un po’ apre le porte a qualcosa di meraviglioso che ancora non conoscono, sentirono sulla propria pelle che il perdono è l’arma più potente, padroneggiarono l’arte di abbracciare le proprie paure per vincerle… e quante altre cose!

Per me la settimana con i bambini è dura. Non è un centro estivo; tutte le attività sono finalizzate a risvegliare la consapevolezza di sé e questo non può accadere secondo piani prestabiliti, ma é necessario avere la capacità di trasformare ogni momento, qualsiasi cosa si faccia, in un insegnamento per la vita. Il corso che tengo sempre lì in Umbria in agosto con gli adulti, a confronto é una passeggiata!

Eppure quale meraviglia per me camminare di notte nel bosco con tutti loro, circondati da centinaia di lucciole e milioni di stelle, e sentire che nessuno ha più paura perché la fiducia nella bellezza di ogni istante è più grande di ogni timore. Che gioia immensa è per me vedere gli occhi di un bambino quando capisce veramente che può vivere senza paura perché può essere in grado di affrontare qualunque cosa.

Ogni bambino vuole essere libero e felice. Nutriamo la sua anima, oltre che occuparci di tutti gli altri suoi bisogni, e cammineremo liberi e felici insieme a lui, mano nella mano, in questo meraviglioso strano cammino che si chiama vita.

http://youtu.be/DnYgQkXWHfg..

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