Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

132. DOVE L’ATTENZIONE PONE IL SUO FOCUS?

L’Infinita Intelligenza acquisisce informazioni su se stessa anche attraverso di noi, quindi ogni nostra esperienza piacevole o meno è importantissima per l’intero universo. Anche ogni illusione di separazione, come lo schema egoico, serve al Creatore per fare esperienza di se stesso, ma ogni schema esiste per essere compreso e superato poiché ogni informazione deve essere riportata a casa nell’Unità.

Quando c’è identificazione con la persona che crediamo di essere è come se recitassimo in un film dimenticandoci di essere attori o meglio l’Attore. La nostra unica e sola identità è l’Intelligenza Infinita; ogni storia personale è una manifestazione unica tra le infinite possibilità di realtà, e per questo preziosa, ma tutto è sempre e solo Intelligenza Infinita, nulla esiste fuori di Quella. Quindi, ogni volta che portiamo giudizio verso noi stessi e gli altri commettiamo una fondamentale distrazione, nel senso che il non riconoscimento della vera identità di ognuno (il Creatore) viene a mostrarsi come sofferenza.

Ogni credenza distorta crea sofferenza, o meglio ancora, ogni sofferenza è un credo distorto che preme per essere riportato in armonia. Facile quindi osservare questo sistema di feedback e accorgersi che, se c’è sofferenza, è presente una credenza distorta che vuole essere riportata a una visione coerente (nel senso di misura aurea = amore incondizionato).

Uno dei modi più spontanei e semplici per far tornare tutto all’amore è portare quello che c’è, in questo caso la sofferenza/credo distorto, nel focus dell’attenzione. Detto in altro modo, è opportuno lasciarsi attraversare dalla sofferenza nuda, cioè senza che venga agganciata a pensieri e storie varie, con la disponibilità amorevole a lasciarla nel focus dell’attenzione.

Quando l’attenzione viene focalizzata sui pensieri, immagini, storie personali, sarà in atto la rappresentazione egoica, cioè l’identificazione con una persona separata da tutto il resto; quando invece il focus è su quello che è presente interiormente nel momento, che sia piacere o dolore, senza essere agganciato da pensiero alcuno, accade che tutto il percepito viene portato all’amore. L’attenzione focalizzata – da non confondere con la concentrazione, che è invece un processo di irrigidimento – ha il grandissimo potere di riportare tutto gradatamente a Casa.

Ricordiamo che l’attenzione non è diretta dalla volontà egoica, quanto piuttosto è proprio la stessa attenzione che fa evolvere gradatamente verso la coerenza tutti quei processi interiori sui quali pone il suo focus, quindi è proprio l’attenzione che, ponendo il focus sul pensiero duale, dà vita all’illusione egoica.

Dove cioè l’attenzione pone il suo focus, viene attivato un processo di raccolta informativa che permette passo passo di andare oltre ogni schema limitante.

Caro amico, inizia a osservare dove l’attenzione pone il suo focus. Chiediti chi ha il potere di dirigere l’attenzione in un punto piuttosto che in un altro. Scoprirai che non sei tu. Perché tu, con il tuo nome e la tua storia, esisti in quanto persona solo quando l’attenzione porta il suo focus sui pensieri di te separato dal resto. Chi sei tu se l’attenzione non porta più il suo focus su tutti i pensieri in relazione al tuo nome, cognome, storia passata, presente e futura? Chi sei tu se tutto quello che credi di essere e non essere prende vita solo se l’attenzione porta il suo focus sui pensieri di te?

E cosa accade se l’attenzione porta il suo focus per un tempo sufficiente, per esempio, sul dolore nudo e crudo della paura? Quella paura senza pensieri, che si prova prima che venga agganciata da qualsiasi storia? O se lo pone sulla compassione, sulla gioia o sulla rabbia?

Il mio invito è quello di sperimentare. Non di credere a ciò che scrivo, ma di provare a vedere che cosa succede mettendolo in pratica.

C’è bisogno di azione. Ma l’azione che porta a mutamento è sempre e solo interiore poiché non esiste nessun esterno… nulla e nessuno è fuori da noi.

Per comprendere veramente ciò è necessario, però, che l’attenzione sposti il suo focus da quel “noi” che abbiamo sempre creduto di essere.

 

Carlotta Brucco

 

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