Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

119. ABBRACCIARE GLI OPPOSTI

Se voglio essere una brava madre proverò attaccamento per l’immagine ideale di me come brava madre, ma contemporaneamente a ciò proverò repulsione per l’immagine di me come cattiva madre. Questo movimento di attrazione e repulsione tra immagini, pensieri, concetti condizionati opposti origina sofferenza. Vogliamo una cosa e rifiutiamo quella contraria.

Questa storia che ci siamo creati di voglio e non voglio origina conflitto e dolore, ma soprattutto non permette alla vera natura di ciò che siamo di manifestarsi. Finché lotteremo tra gli opposti vedremo solamente l’io che crediamo di essere identificandoci con la sua storia passata e futura.

Come si fa a fermare questa corsa impazzita che non va da nessuna parte? Un modo utile per uscire da attrazione e repulsione è imparare ad abbracciare gli opposti.

Prendete un’immagine di voi che volete preservare o ottenere. Per esempio l’immagine di voi competente nel vostro campo o l’immagine di voi idealmente perfetta da tutti i punti di vista. Questa immagine di perfezione vi piacerà particolarmente e la desidererete fortemente. Contemporaneamente questo implica il rifiuto dell’immagine di voi limitata.

Due immagini: quella della nostra perfezione e quella delle nostre limitazioni. Voglio l’una, non voglio l’altra. La credenza dentro di noi è che usciremo dalla sofferenza quando realizzeremo l’immagine che desideriamo. Ci diamo da fare così tutta la vita per divenire l’immagine ideale e per scappare da quella che non ci piace, costruendo in questo modo passo passo la nostra gabbia.

La porta della liberazione si trova invece nel mezzo dei due opposti, là dove il due si riscopre uno. Per tornare a casa dovremo quindi iniziare ad abbracciare allo stesso modo sia l’immagine che desideriamo sia quella che vogliamo evitare.

Proviamo a guardare da fuori le due immagini di noi opposte in modo neutrale, come se chi le sta guardando non avesse storia, non fosse una persona ma solo sguardo affettuoso. Proviamo a voler bene a queste due immagini dando amorevole attenzione a entrambe. Lasciamo che questa affettuosa attenzione sia un fuoco che brucia ogni attrazione e repulsione.

Forse per un istante potrete già da subito percepire una specie di riposo dalla lotta che porta una grande pace.

Nostro dovere non è combattere tra il voglio e non voglio, ma aprire la porta che sta in mezzo e questo accade quando si abbraccia entrambi allo stesso modo.

Provare tenerezza per gli opposti non significa non agire più, anzi lo si farà con maggior chiarezza, ma non con il fine di trovare una felicità inesistente. La mia azione non sarà più motivata dal voler sostenere un’immagine e scappare dall’altra, ma dall’accogliere il fluire della vita di questo momento. L’azione sarà motivata da una spontaneità chiara e consapevole che avrà il sapore di una danza con il tutto.

Fuori da attrazione e repulsione si percepirà quella pace imperturbabile che non dipende dagli accadimenti ma dal prendere dimora al centro del ciclone. Da quel centro tutto diverrà mano a mano più chiaro: il riconoscimento dell’illusorietà del senso del me maturerà come un fiore in primavera e quindi fiorirà la consapevolezza di essere non qualcuno o qualcosa, ma di essere e basta.

Allora questo istante sarà il nostro intero essere, ci sarà solo il toccare, il gustare, il guardare qui e ora. Questo essere e basta senza storia, senza passato e futuro conterrà l’uccellino che in questo momento canta, il rumore dell’auto che in questo momento passa, il profumo della rosa che in questo momento profuma, la puzza di immondizia del camion della nettezza urbana che in questo momento si ferma davanti a casa… e tutto sarà perfetto così com’è.

Tutto è già perfetto così com’è, ma solo nell’attimo… non in quella storia di attrazione e repulsione che ha come attore principale qualcuno che porta quello che crediamo sia il nostro nome e cognome.

Iniziamo a far silenzio veramente finché si manifesterà la nostra vera natura: quel silenzioso, amorevole essere e basta nel quale accadono tutte le storie dell’universo. Gustiamoci ogni film…

Carlotta Brucco

Libro-Brucco-Telesca-Spirito-Fisica      Libro-Brucco-Cinque-Abbracci

 

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