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36. CREARE SPAZIO

36. CREARE SPAZIO

Negli ultimi ventun’anni ho traslocato ogni tre anni cioè sette volte. Per questo mi sento un po’ nomade. Ogni volta che si cambia casa ci si accorge di quante cose ci si porta dietro. Nel tempo sono decisamente migliorata perché ho imparato a portare con me solo quello che veramente uso e che mi piace.

Prima accumulavo pensando che magari prima o poi mi sarebbe servito, oppure mi legavo ai ricordi e tenevo tutta una serie di cose appartenenti a un passato che non esisteva più. La conseguenza di questo era una casa piena di tutto ciò che non apparteneva al mio presente, una casa che era impossibile tenere in ordine proprio perché tutte quelle cose non potevano trovare un loro spazio visto che già non facevano più parte della mia vita di quel momento.
Ogni volta che traslocavo avvertivo il peso del mio passato attraverso gli scatoloni pieni di roba che in realtà non mi interessava più. E negli anni il peso era sempre più grande.

A un certo punto, all’ennesimo cambiamento di casa ho avvertito la necessità di andarmene senza portarmi via quasi niente… che leggerezza!
Da allora mi sono riproposta di non riempire più ogni spazio libero ma ditenere solo ciò che appartiene alla mia vita di questo momento. Non solo, ho deciso che avrei avuto cura periodicamente di passare al dettaglio ogni cosa per dar via ciò che non ha più senso tenere. Così per i vestiti, i libri, le stoviglie, i mobili, i quadri, le lenzuola, persino con le varie statuette sacre.

L’ultima volta abbiamo traslocato in sei: io, Stefano, Martino e Ginevra più Elia che sarebbe nato a breve e la lupa. Sono contenta perché tutti quanti abbiamo saputo portarci dietro solo quello che apparteneva al presente. Forse Stefano non è tanto d’accordo su questo punto perché gli sembra sempre troppa roba ma io, guardando a quanta ne abbiamo lasciata indietro, mi sento leggera e soddisfatta. Riesco a tenere la casa relativamente in ordine proprio perché applico la legge del “se non c’é spazio… crealo dando via”. Nulla è indispensabile quanto lo spazio.

Anni fa ho insegnato questo anche ai miei figli. All’inizio è stato un dramma perché a parer loro tutto sarebbe stato da tenere. Ogni gioco era legato a un ricordo o sentivano grande attaccamento, quindi doveva rimanere. Chiesi ai bambini di ascoltare il peso dei ricordi e la sofferenza del sentirsi legati a quegli oggetti; quella sensazione come di essere a catena che impedisce la libertà, quasi un senso di colpa che porta a dover ricordare per forza.

Feci notare a Martino e a Ginevra che l’attaccamento occupava tutto lo spazio a loro disposizione, non lasciandone più per il nuovo, per quelle cose che avrebbero voluto veramente in quel momento. Dissi loro che ciò che desideravano sarebbe arrivato solo quando avrebbero lasciato lo spazio per il loro presente.
Un giorno li trovai intenti a riempire un grosso sacco con tutto ciò che non usavano più. La camera era sottosopra, sembrava scoppiata una bomba. Aprirono tutti i loro cassetti e armadi e tirarono fuori ogni cosa per liberarsi di quanto più possibile.
Evidentemente provarono una bella sensazione perché da allora ripetono due tre volte all’anno la stessa operazione anche se oggi sono diventati così abili che non accumulano più nulla. Tengono solo ciò che usano e le loro camere sono ordinate perché hanno imparato il valore dello spazio vuoto.

Così funziona la nostra mente: ha bisogno di spazio per cogliere il momento presente. I pensieri riguardanti il passato, il futuro, ogni preoccupazione e paura riempiono terribilmente tutta la nostra vita come una casa troppo piena di cose inutili e polverose. E’ necessario comprendere che tutti quei pensieri pesanti non ci servono; appartengono al passato o al futuro, e possiamo liberarcene scegliendo semplicemente di farli uscire dalla nostra vita.

Dovremmo ricordarci che siamo tutti pellegrini di questo mondo e che prima o poi dovremo lasciare tutto. Se riusciamo a vivere con la leggerezza di chi non ha niente da perdere saremo in grado di goderci ogni momento; non possiamo possedere nulla ma possiamo disporre di tutto. Siamo di passaggio e per assaporare il viaggio dovremmo camminare leggeri. I pensieri e l’attaccamento creano il peso più grande; sono come macigni che spesso impediscono il cammino. E’ sufficiente prendere profondamente consapevolezza del loro peso perscegliere di tagliare le catene che impediscono la libertà…

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