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74. NON DOBBIAMO DESIDERARE, MA CREARE

La nostra società ci ha insegnato che il desiderare è un atteggiamento positivo da coltivare, mentre la saggezza antica di tutte le culture spirituali dice il contrario: esso è proprio la causa prima della sofferenza.

Il desiderio ci porta a vivere nella mancanza dell’oggetto desiderato e quindi sperimentiamo sofferenza. Ci porta a credere di poter essere veramente felici solo al raggiungimento del nostro obiettivo. Quindi rimandiamo in continuazione la nostra felicità.

Crediamo che se non abbiamo ciò che desideriamo, che sia un partner adeguato, un lavoro di un certo tipo, la salute, soldi ecc… non sia possibile essere felici. Questo è il più grande errore concettuale che si possa fare! È un modo per tenerci lontano dall’appagamento e dalla pienezza alla quale siamo destinati, per farci invece dimorare nelle tenebre dell’attaccamento.

Per spiegare l’energia dell’attaccamento a un gruppo di bambini, un giorno li portai in un negozio di giocattoli. Ognuno di loro era attratto da qualcosa in particolare, tanto che mi supplicarono di imprestar loro i soldi per avere ciò che desideravano. Ovviamente, per  portare a termine la mia lezione, dissi di no a tutti. Ognuno di loro era preda di un desiderio sfrenato e quindi della sofferenza di non poter avere l’oggetto di tale desiderio. Qualcuno si mise a piangere.

Li radunai davanti a me e dissi: “Ascoltatevi. Vi sentite male, vero? Vi sembra in questo momento che non possiate essere felici senza quel gioco che desiderate, non è così? Non riuscite più a vedere altro che quello e sentite come se la vostra vita senza quel gioco non avesse senso. Ecco bambini, questa sofferenza che sentite si chiama attaccamento; se non imparate a liberarvene, vi tormenterà tutta la vita. I giocattoli di quando sarete adulti saranno più costosi, ma nulla cambierà rispetto a ora: soffrirete sempre perché vi sarà sempre qualcosa da desiderare, vi sarà sempre qualcosa che vi mancherà. Volete vivere tutta la vita in questa sofferenza? No? Allora vi spiego un trucchetto: c’è una voce dentro di voi che in questo momento vi sta dicendo che non è possibile essere felici senza quel gioco… Ascoltate quella voce e riconoscete che è proprio lei a farvi soffrire. Sentite quanto potere sembra avere, sentite che vi tiene in pugno. Ecco, ricordate: non permettete mai questo. Non lasciate vincere quella voce. Ditevi: ‘No cara vocina, io non ti do il potere di farmi soffrire, quindi io dico che posso vivere felice anche senza l’oggetto del mio desiderio‘. Provate proprio ora, bambini. Ripetete dentro di voi che potete essere felici anche senza quel gioco che vi piace tanto. Mollate la presa di quel gioco, lasciatelo andare… ma fatelo veramente con tutto il cuore. Chi ci riesce sentirà un immediato sollievo dalla sofferenza dell’attaccamento, sentirà una strana libertà molto appagante. È una sfida con voi stessi. Se ci riuscite dimostrate veramente di essere grandi”.

Tutti i bambini riuscirono e furono sorpresi dall’immediato sollievo che provarono. Dissi loro che avevano appena vinto una grande battaglia.

Noi non dobbiamo desiderare, ma creare. Il primo passo è creare in questo momento la Visione di ciò che ci rende felici e nutrirci già ora di tale pienezza e appagamento. Se desideriamo viviamo nella mancanza, se creiamo dimoriamo nella pienezza dell’attimo. Abbiamo bisogno di creare la nostra Visione e realizzarla, portarla in vita, ma questo non ha niente a che vedere con il desiderio. Quando creo io ho già ora. Quando desidero io non ho ma spero di avere in un futuro, quindi soffro di mancanza e mi attacco all’oggetto del mio desiderio. Quell’energia di attaccamento porta molta sofferenza e ci impedisce di godere appieno dell’attimo che stiamo vivendo.

Faccio quindi a tutti voi l’augurio che possiate esser creatori delle Visioni che vi rendono felici e passo passo dar loro vita.

 

 

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