Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

152. VI RACCONTO UNA VISIONE

 

Vi racconto una visione.

Un giorno… un giovane uomo, passeggiando per la strada di una grigia città, in preda ai suoi soliti pensieri, si fermò e senza sapere nemmeno il perché alzò lo sguardo al cielo. Fermo, immobile, sentì il suo corpo pervaso da un’onda; per la prima volta, forse, si accorse che il suo respiro era un flusso.

Il suo sguardo rivolto all’infinito lo fece sentire piccolo piccolo, talmente piccolo che non si trovò più. E per un istante sentì che quella vastità era nota al suo vero essere come fosse proprio la sua essenza.

Gli venne in mente una domanda che, spontanea, volò verso l’infinito: “Perché la vita è una lotta continua?”.

Senza che se lo aspettasse, una Voce profonda e chiara riecheggiò nel centro del suo essere: “La vita non è una lotta continua. È il tuo lottare che te la fa vedere così”.

Il giovane uomo, un po’ sorpreso dalla Voce, fece un respiro profondo e continuò: “Cos’è il lottare? Non capisco”.

E la Voce: “È la credenza che ci sia un nemico dal quale doversi difendere”.

Il giovane cercò di afferrare il concetto, ma non ci riuscì, per cui disse: “I virus, le malattie, gli incidenti, le truffe… non sono nemici da cui difendersi? E le persone malvagie che ci vogliono far del male chi sono, allora? E se non si ha lavoro, o i soldi non sono sufficienti, non bisogna forse combattere per risolvere la situazione?”

La Voce riprese la parola con un tono delicato e compassionevole: “Chi credi sia tutto ciò che accade? Non è forse la vita che scorre? E pensi che la vita faccia le cose a caso? E tu stesso non sei forse quella stessa vita che scorre? Chi sei se non l’esperire di questo momento? E ancor più, sei l’infinito di cui non sei ancora consapevole… Ricorda, nulla accade senza motivo, tutto è profondamente intelligente. Infinitamente intelligente”.

Il giovane, faticando molto a vedere questo, fece una pausa di silenzio per poi continuare il dialogo: “Io vedo solo tanto dolore, tanta rabbia, tanta paura, gente disperata, afflitta da ogni genere di problema. Proprio non riesco a scorgere alcuna intelligenza”.

La Voce: “Ti sei mai chiesto perché esiste il dolore? Forse c’è la credenza che il dolore non serva a niente? E se fosse il travaglio che porta alla nascita di una nuova visione o magari di un nuovo mondo, per fare un altro passo verso il centro del nostro essere, che è poi il centro dell’universo?

Il ragazzo: “E cosa dovremmo fare, quindi?”

La Voce subito rispose: “Non è un fare, è un lasciar accadere. Quando smetti di combattere e ti fidi dell’Intelligenza infinita che sei e che tutto è, ti rilassi e osservi per conoscere, non per risolvere. Questo non vuol dire certo astenersi dall’agire, quanto piuttosto che le tue azioni saranno in armonia con la vita che si presenta nel momento… Quando scopri che l’amore che hai sempre cercato è ciò che sei veramente e ciò che tutto é, che fai? Ti rilassi, smetti di combattere, e fluisci in ogni azione in completa complicità con la vita. Perché la vita che sperimenti sei tu, è il flusso della tua raccolta di informazioni per il Creatore, o meglio tu sei la raccolta”.

Il ragazzo, con fare perplesso: “Mi sfugge… l’Intelligenza infinita di tutto questo.”

E la risposta, sempre intensa e chiara: “Questo è il problema, perché nel momento in cui la riconosci tutto acquisterà un senso completamente diverso, o meglio ancora, per la prima volta vedrai che tutto ha senso”.

Il giovane faceva molta fatica ad accettare queste parole, per cui domandò: “Come faccio a riconoscere l’Intelligenza infinita?”.

La Voce: “Non puoi afferrarla con il pensiero, ma dovrai farti silenzioso e accogliente così che tu possa avvertire il suo/tuo essere. Dovrai ascoltare più che cercare, perché non puoi trovare qualcosa che c’è già. Dovrai offrirle spazio, silenzio, e saper attendere in modo vigile ma rilassato, così che tu possa riconoscere il suo modo di esprimersi, di manifestarsi… Ha un linguaggio, sai? Un linguaggio che conosci bene ma che ti sei dimenticato. Quindi si tratta solo di lasciar emergere il ricordo”.

“Inizio a sentire qualcosa in me che crolla, che non tiene più. Non crolla per la fiducia nell’Intelligenza, ancora non sento quello che dici. Mi sento andare in pezzi e basta”, così continuò il giovane affranto.

La Voce riprese il discorso: “È un buon inizio andare a pezzi. Così potrai vedere che quei pezzi tenevano su un’immagine di te illusoria, un personaggio di un film, ma tu non sei quello che hai sempre creduto di essere. Ben venga che vada a pezzi. Non aver paura e lascia emergere quello che c’è sotto la maschera. Senza fretta. A piccoli passi. Come se stessi accompagnando una nascita.

Ricorda, non occorra fare chissà che cosa, solo lasciar accadere. Non opporre resistenza. Il fiore sa come fiorire, basta solo non intervenire. Un buon terreno, sole, acqua e tutto accade da sé”.

Il giovane: “Mi sento solo in tutto questo”.

La voce con tono giocoso disse: “Ma cosa dici? La solitudine non può esistere! Sei connesso con tutto l’universo, sei tutto l’universo. Sei una cosa sola con quell’Amore intelligente che tutto è. Ti senti solo perché chiudi il tuo cuore per paura. Inizia ad abbracciare quello che sei, tutto, quello che di te ti piace e quello che non sopporti. E anche porta al cuore tutto quello che degli altri non ti piace e fidati di quello che accadrà. Sentirai la rete di connessione… come fosse un internet celeste. Puoi collegarti, chiedere, scaricare tutte le informazioni che vuoi. Come stai facendo ora in realtà. E puoi sentire tutto l’amore che hai sempre desiderato, tutto l’amore che hai elemosinato in giro lo troverai in te… Scoprirai che tutto quell’amore che desideri da sempre sei tu, è il tessuto sul quale viene tessuta la trama. Sei impregnato di amore. Ma se chiudi il cuore, non lo senti.

“Ascolta, fai silenzio. Ti abbraccio. Ora, proprio ora. Senti l’amore che ho per te che è l’amore di tutto l’universo. Senti il mio abbraccio che è l’abbraccio che ti dona ogni istante. Senti che ti amo e che la vita stessa ti ama. Lasciati amare. Lascia che questo amore possa rivelarsi semplicemente accogliendolo. Lasciati amare e vivi semplicemente essendo te stesso. All’universo serve la tua spontaneità per arricchirsi. Lasciati amare e sentirai che l’amore è la tua natura”.

Il ragazzo si commosse e per un istante si ammorbidì così da potersi sentire amato. Una lacrima scese dai suoi occhi e una sola parola sussurrò all’Infinito: “Grazie”.

 

Video: Dialogo con mia figlia sulle guide di luce

 

Carlotta Brucco

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