Noi ci preoccupiamo giustamente di cosa mangiamo, di tutto l’inquinamento presente oggi, delle onde elettromagnetiche ecc… ma pochi sono attenti al veleno della paura. Credo mieta più vittime di ogni altra cosa pericolosa, tuttavia la paura viene ritenuta come normale e in taluni casi anche giusta.
Che sapore ha la frequenza della paura? Terribile, eppure pochi cercano veramente di vivere senza paura, senza preoccupazione. Ci hanno insegnato che bisogna preoccuparsi per agire, per risolvere i problemi.
La paura ha origine in una storia, quella che ci raccontiamo in continuazione e che ci obbliga ad avere pensieri che ci portano nel passato e nel futuro. Siamo tanto attaccati alla nostra storia personale anche se è la fonte di ogni pensiero e sofferenza… Il problema è che ci identifichiamo così tanto con la nostra personalità e la sua biografia, senza considerare che la nostra vera identità è un’altra.
Se vogliamo la libertà, dovremmo imparare a lasciar andare l’identificazione con ciò che crediamo di essere, con ciò che pensiamo voglia o non voglia il nostro personaggio.
La realtà è un insieme di infinite possibilità e noi, definendoci, ne portiamo in vita una: quella che riteniamo possibile, quella che ci è più familiare, quella che ci è stata tramandata dagli avi. Il nostro personaggio illusorio non è nemmeno stato creato da noi, ma da una memoria familiare e collettiva che traccia i binari entro i quali stare, traccia i confini di una gabbia illusoria di cui non siamo consapevoli. La nostra storia è intrisa di paura.
La paura vive nel pensiero e muore nell’istante. Se imparassimo a vedere che ogni momento che stiamo vivendo è perfetto nel suo manifestarsi, saremmo anche in grado di coglierlo e dimorare là. La paura è sempre una non accettazione di quello che accade ora.
Fermiamoci un istante. Proviamo ad ascoltare ciò che stiamo vivendo in questo momento portando consapevolezza alle nostre sensazioni.
Immaginate di star vivendo il vostro ultimo istante di vita.
Assaporate il vostro presente attraverso i cinque sensi come fosse l’ultima volta. Il vostro ultimo istante prima di chiudere gli occhi definitivamente, quando avete già lasciato anche la paura e tutta la vostra storia. Ascoltate le sensazioni del corpo attraverso i cinque sensi. Ascoltate i punti di contatto del vostro corpo con la terra o il luogo dove siete seduti. Assaporate il respiro, i suoni, tutto ciò che riuscite a cogliere attraverso i cinque sensi come fosse l’ultima volta, quando anche la paura non ha più motivo di essere. Che attenzione dareste a ciò che vedete, udite, toccate? Che sguardo avreste?
Quale sarà il nostro ultimo sguardo a tutte le cose del mondo? Molto probabilmente sarà quel morbido, tenero sguardo di chi ha capito che non serve più combattere, di chi ha compreso che la paura accade solo quando non si abbraccia profondamente ciò che c’è in questo momento.
La paura si dissolve nell’abbraccio, ma non tanto in quello che riceviamo noi da qualcuno, quanto quello che noi stessi siamo in grado di dare a tutto ciò che fa parte del nostro presente.
Il nostro sguardo dovrebbe abbracciare ciò che vede, il nostro tocco ciò che tocca, il nostro gusto ciò che assaggia…allora nessun tipo di paura avrebbe la forza di rimanere.
Viviamo in questo mondo per creare, risplendere e servire la vita attraverso le nostre passioni, viviamo per lasciare spazio all’amore, non alla paura; questo vuol dire che anche la nostra paura ha bisogno di un abbraccio. Abbracciamola e lascerà volentieri il posto all’amore.
Carlotta Brucco
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Articolo interessantissimo il cui contenuto condivido PIENAMENTE! la paura è l’antitesi del progresso ed è lo strumento usato per impedirlo.Siamo figli del Padre Celeste Lui ci dà uno spirito di coraggio Satana insinua in noi la paura per limitare la nostra crescita e renderci infelici