Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

21. PREGHIERA AL SANTO SEPOLCRO

21. PREGHIERA AL SANTO SEPOLCRO

Ho iniziato il 2012 con uno splendido viaggio a Gerusalemme. Quale miglior luogo per varcare la soglia del nuovo mondo? Io e Stefano, il mio compagno, siamo partiti dall’Italia e poi ci hanno raggiunto due amici francesi. In realtà era con noi anche il nostro nuovo bambino… che ancora deve nascere.

Ho visto e sono successe cose incredibili ma forse la più bella è stata quella di passare quattro ore da soli, la notte, chiusi dentro la chiesa del Santo Sepolcro. Ci è stata offerta “per caso” questa possibilità da un frate della chiesa.
Nessuna parola può descrivere cosa si prova a rimanere in uno dei luoghi più sacri della terra, in silenzio e soli, senza quella moltitudine di persone vocianti sempre presenti che si accalcano spingendosi.
Abbiamo avuto tutto il tempo per meditare con calma sul Golgota, la roccia dove era stata piantata la croce di Gesù (poi hanno costruito la chiesa attorno), e tutto il tempo per ascoltare la sacralità del sepolcro e per camminare lentamente tra le navate avvolti dal più assoluto silenzio.
Mi è sembrato di sentire Gesù lì con noi che diceva: “Sono un uomo anch’io, guarda tutta la mia umanità e scoprirai che proprio quella è la porta per riuscire ad arrendersi a Dio. La fragilità umana permette di entrare nell’umiltà vera che ti fa vedere che tu non potrai mai essere perfetta e felice poiché sei proprio tu, l’ego, l’unica causa di sofferenza. Ce la puoi fare chiunque tu sia, qualunque difetto tu abbia, qualunque cosa tu abbia fatto perché non sei tu a dovercela fare; tu devi solo arrenderti, e Dio accadrà da sé. La Libertà è la tua natura, smetti di voler essere qualcuno, sii semplicemente te stessa, umana come sei, e offrendo il tuo cuore a Dio, lascia fare tutto a Lui.
Io sono un uomo, guardami, ascoltami, sentimi in te; ho sofferto, ho provato dolore, ma ho ceduto completamente e ho lasciato spazio solo alla Sua volontà, e Luce, Forza, Amore, Gioia, Bellezza, mi hanno dissetato all’infinito anche nel dolore, anche nella morte.
Io sono un uomo che ha riconosciuto all’Amore tutto il potere, mi sono inchinato a Lui deponendo la spada, e Lui mi ha abbracciato fino a essere me e permettermi di essere Lui. Tutto questo è anche per te e per chiunque lo accolga”.
Ho pregato, un canto d’amore spontaneo dell’anima, rivolto a tutti quelli che si sentono scoraggiati dalla sofferenza di mille situazioni difficili.
Ho sussurrato ai cuori tristi di questa umanità di ricordarsi che fuori dal tunnel buio c’è sempre la luce e prima o poi ci si arriva, o meglio: nel momento in cui cediamo, e con fiducia lasciamo tutto il potere alla Grande Forza, ne siamo fuori…

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