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174. Il non luogo di pace

174. IL NON LUOGO DI PACE

 

174. Il non luogo di pace

Quanto aneli alla pace? Quanto desideri quel senso di riposo dalle preoccupazioni e da tutti i problemi della vita?

Non preferiresti magari un luogo meraviglioso dove poter trovare un po’ di serenità? Ti viene forse in mente una spiaggia sul mare cristallino, al caldo, con un calice in mano, sdraiato su di un morbido lettino a farti cullare dal suono delle onde? Oppure il silenzio di un bosco di montagna dove poter passeggiare e assaporare quel profumo di natura?

Osserva come spesso un luogo sembri essere sinonimo di pace. Invece non è affatto così perché, anche nel luogo più bello, dopo un primo momento di quiete ritornano i soliti pensieri che ci tengono compagnia e spesso non sono per niente piacevoli.

Osserva i tuoi pensieri: non sembrano forse amici chiassosi e maleducati che non tacciono mai? Parlano sempre di problemi da risolvere e si lamentano che le cose non vanno come dovrebbero andare. Ti dicono che non vai bene così come sei e che dovresti essere perfetto. Cercano felicità in oggetti da possedere, persone da controllare, credono di sapere tutto! Ti seguono dappertutto, anche nel posto più bello della Terra. Quindi, la pace sembra veramente essere qualcosa di inarrivabile.

Eppure, quella pace che cerchi ti appartiene da sempre. Hai un paradiso incorporato nel tuo essere. C’è un luogo che ti sta aspettando. Forse non lo vedi perché in questo posto si entra nudi. Tu sei nudo? O cerchi vestiti, immagini di te che credi ti rendano più felice? Cerchi di essere più bello, bravo, stimato o carismatico? Sei ambizioso? Desideri riconoscimento? In tal caso indossi molti abiti, dovrai vestirti di tante immagini di te, attaccandoti ad alcune e rifiutandone altre.

Ma ricorda che in quel luogo occorre spogliarsi, anche della stessa idea che si tratti di un luogo. Un posto fisico lo si cerca, invece questo c’è sempre, in ogni momento; è ovunque e da nessuna parte, perciò sarebbe più corretto chiamarlo non luogo. Bisogna entrarci nudi così da riuscire a spogliarti di ogni pensiero di te.

Come sperimenteresti se non pensassi? Ascolta questa domanda nel corpo, lasciando sorgere la risposta come un’esperienza diretta, vissuta, sentita. Vivi questo per un istante. Osserva cosa c’è prima del tuo prossimo pensiero. Forse mi dirai: “Nulla!”

Ecco, partiamo da qui. Riposati in questo Nulla. Non preoccuparti, sarà solo per qualche istante poi potrai rivestirti di tutte le tue identificazioni, credenze e definizioni. Lasciati cullare in questo Nulla. Che poi è solo un Nulla di te, perché in effetti è ricco di Presenza. Se emergono pensieri, osservali. Ricorda che il Nulla è spaventoso solo se non vuoi lasciarti indietro le credenze su ciò che sei, altrimenti è un Tutto meraviglioso.

Osserva come tutto ciò che compare, pensieri, sensazioni, emozioni, si muova come un’onda in questo spazio vuoto così accogliente e consapevole! Non dimentica mai ciò che è, anche quando viene attraversato da emozioni difficili.

Com’è guardare i pensieri dal non luogo, dal Nulla? Non è forse estremamente riposante? Considerando che questo sia anche intelligente, prova a lasciar sorgere dal Nulla un nuovo sguardo per potere vedere diversamente ciò che ti assilla o per accorgerti che ciò che ti preoccupa non c’è più. Quanta magia porta in sé questo non luogo?Fermati un attimo lì e riposa.

Carlotta Brucco

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