Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

02. IL TENERO SGUARDO

Un giorno chiamai i miei due bambini, Martino e Ginevra, e dissi loro:
“C’è una cosa che non dovete mai dimenticare, è l’insegnamento più importante che ho per voi. Cercate diguardare a tutto con tenero sguardo. Non importa come vi sentite, se siete tristi o gioiosi. La felicità non dipende dal fatto che ci sia il sole o la pioggia, ma a come guardate il sole e la pioggia.

“Voi siete nel modo in cui guardate, perciò siate tenero sguardo.

“Sentite paura? Guardatela con tenerezza. Sentite rabbia? Guardatela con morbidezza. Sentite gioia? Guardate anch’essa allo stesso modo senza afferrarla. Aprite mani e braccia di fronte a qualsiasi cosa ci sia e generate il tenero sguardo; scoprirete così che nulla e nessuno vi può fare del male e non avrete più paura”.

02. IL TENERO SGUARDOOgnuno di noi è in grado di generare questo modo di guardare a tutte le cose della vita. L’unico problema è che l’abitudine ad occuparsi dell’oggetto piuttosto che al modo in cui lo si guarda, rende questa operazione un po’ difficile; ma l’abitudine può essere vinta dall’allenamento.

Non sto dicendo che sia necessario sforzarsi per cambiare il punto di vista come un atto di pensiero, ma solo che basta guardare in modo morbido indistintamente tutto quello che c’è così come lo si percepisce, allora anche se si tratterà di un problema da risolvere, lo sguardo ammorbidito permetterà alla soluzione di trovar lo spazio per emergere.
Il tenero sguardo non è un pensiero, un’opinione, qualcosa da capire, ma è un modo di essere che parte dall’atteggiamento in cui ci si pone di fronte a se stessi e agli altri. È un sentire, un morbido sentire dove ogni verità soggettiva si muove, sfumando di continuo per dissolversi poi nell’infinito mare dell’amore.

Comprendere che ogni rigidità, nel corpo, nella parola e nei pensieri, ci porta lontano da Casa, è un grande passo verso la Libertà.

Morbidezza è la chiave che apre tutte le porte. Occorre capire solo come esserlo sempre di più. La sofferenza è creata dalla rigidità in qualunque forma possiamo pensarla, nelle azioni che compiamo, nelle scelte, nei pensieri, nelle opinioni, nelle credenze.
Dove c’è rigidità c’è guerra, dolore, paura. Come farla sfumare? Imparando a riconoscere che è la causa della nostra sofferenza e scegliendo di ammorbidirla. Per far ciò è sufficiente guardare a tutto, ma proprio a tutto, in un modo che possa anche solo avvicinarsi alla tenerezza.

Il problema non sta nella vita ma nel modo in cui la guardiamo. Dobbiamo scoprire che per essere felici, tutto potrebbe anche rimanere così com’è tranne il nostro sguardo. Tuttavia sarà consolante sapere che cambiando il modo in cui si guarda, come per magia, cambia anche la nostra realtà concreta e quotidiana. Dico questo perché so che molte persone credono di aver bisogno che le cose vadano in accordo ai propri desideri per essere felici; non hanno ancora scoperto che non è così e trovano consolazione nel sapere che comunque, cambiando dentro… cambia tutto fuori! Potete stare tranquilli.

Ho chiesto ad un mio amico, che in seguito a una grave malattia doveva essere trapiantato di midollo osseo, se avesse paura di morire, e lui mi disse: “Se faccio finta di niente senza pensare alla morte, la sento girare dentro di me e mi fa star male; allora ci penso, la guardo teneramente, apro mani e braccia e le sorrido”. Mi è sembrata una buona risposta… utile a tutti…

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