Il Buddha parlava di tre rifugi indispensabili per la liberazione: Buddha, Dharma e Sangha.
Prendere rifugio nel Buddha significa ricordarsi più volte al giorno della nostra essenza libera, vuota e nello stesso tempo conoscitiva e impregnata di amore. Detto in altre parole, vuol dire ricordarsi di riconoscere Dio in tutto e in tutti fino a che viene spontaneo arrendersi a Lui e riuscire così a vivere con gioia. La consapevolezza della Tenera Presenza (che la definiamo “vera natura della mente” o “Dio” non fa differenza), ci apre la porta del Regno dei Cieli.
Il secondo rifugio é il Dharma: l’insegnamento, le istruzioni per risvegliare la coscienza della propria essenza divina. Ovviamente per liberarsi è necessario sapere come fare senza mai dimenticarsene, e ci sonoinsegnamenti sacri e antichi come l’uomo, disponibili a tutti in ogni forma e tradizione. Basta scoprire la propria via e iniziare il prezioso cammino che passerà attraverso la vita quotidiana.
Prendere rifugio nel Sangha significa circondarsi di amici che condividono la stessa via di liberazione. Non è scontato trovare qualcuno con cui avere sia feeling sia lo stesso modo di mettere in pratica l’insegnamento. Avere vicino anche una sola persona di questo tipo è come aver trovato un tesoro… ecco il famoso detto! Non sto scherzando. Se frequentiamo continuamente persone che vanno nella direzione opposta alla nostra sarà molto difficile procedere a buon passo perché anche se non lo vogliamo avranno grande influenza su di noi.
E’ sempre una questione di “giusta distanza“. Basta ascoltare ciò che un amico provoca in noi e sarà subito chiaro quale distanza tenere per continuare il nostro cammino fluentemente.
Tutti indistintamente meritano il nostro amore e la nostra cura, ma proprio per realizzare ciò è necessario comprendere qual è la giusta distanza da ognuno, quella cioè che ci permette di essere vivi; altrimenti sarà impossibile essere d’aiuto a chiunque, tantomeno a noi stessi. Con alcune persone ci sentiremo molto vivi, morbidi e leggeri, come se i nostri pesi diminuissero e la forza vitale scorresse naturalmente… ecco chi frequentare il più possibile.
Amicizia è camminare insieme verso la luce della nostra fonte e farlo attraverso i piccoli e semplici momenti quotidiani. Si genera e si condivide una sensazione che nutre l’anima e la si porta in ogni azione insieme. Non occorre fare qualcosa di speciale, è importante il modo in cui lo si fa.
A me piace camminare con la mia lupa grigia e se qualcuno dei miei amici viene a camminare con me è molto bello; qualcosa accade sempre… è come una magia perché quando la vita fluisce, tutto accade da sé…
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