Non passa giorno che qualcuno mi scriva o mi dica di quanto desideri un compagno (o compagna) con cui condividere una vita in pienezza, dunque anche in questo post parlerò del rapporto affettivo.
Mi stupisco sempre di quanti anelino profondamente all’amore di coppia, così, spesso, durante i miei corsi su I Cinque Abbracci, guido le persone a vedere i simboli che stanno dietro al loro rapporto affettivo… e questa è per me una delle cose più divertenti!
I condizionamenti, l’educazione che abbiamo ricevuto, creano la nostra visione della vita e di noi stessi; una visione che determina la nostra realtà. Ciò che definiamo, infatti, oggettivamente “reale” è semplicemente una creazione di questa visione.
Il nostro sguardo determina ciò che riusciamo a vedere. Vediamo ciò che riconosciamo in accordo allo sguardo genitoriale, e non riusciamo a scorgere tutto ciò che è al di fuori di questo. Non avendo consapevolezza che vi sono infiniti modi di guardare e di sentire se stessi e gli altri,crediamo che la realtà sia ciò che ci appare.
Ogni visione, tessuto base della nostra realtà, è sostenuta da simboli potenti, vere e proprie forme energetiche, che creano quei binari dai quali non riusciamo a uscire; situazioni sempre uguali che si ripetono, impedimenti su più fronti, l’incapacità di godere della pienezza della vita.
Così accade anche nella sfera affettiva. Qual è l’immagine simbolica che ho di me e dell’altro?
Ho detto che mi viene da ridere quando faccio fare questi esercizi perché ho impressa nella mente l’espressione delle persone quando scoprono cosa c’è dietro il rapporto di coppia a cui tanto anelano, per esempio quando prendono consapevolezza di sentirsi, al cospetto dell’uomo ideale, come una bambina di cinque anni con le codine e il grembiulino rosso, e che vedono il partner come Gesù Cristo o Brad Pitt.
Se i simboli sono di questo tipo, le probabilità per queste persone (che sono la grande maggioranza) che il loro rapporto di coppia funzioni sono le stesse che può avere una bambina dell’asilo di essere la compagna di Gesù Cristo o di Brad Pitt e vivere una vita appagante!
Così vedo uomini che scoprono l’immagine simbolo di sé come guerrieri armati che hanno come compagna la propria mamma, o bambini cicciottelli che stanno insieme a streghe impazzite. Vedo donne che si sentono piccole fiammiferaie che hanno come compagno un vichingo o altre che si sentono la principessa Sissi con il principe, ma che nell’immaginare la vita quotidiana insieme si prendono a coltellate!
Anche quando i simboli non sono così coreografici, accade di scoprire l’impossibilità ad avere un rapporto appagante a causa della propria visione per nulla equilibrata.
La bella notizia è che ogni simbolo può essere trasformato, e di conseguenza la sua manifestazione nella realtà!
E’ solo accorgendosi del proprio limite che è infatti possibile superarlo; è solo guardando i propri mostri in faccia che è possibile abbracciarli.
Dietro ogni ambito della nostra vita vi sono immagini simboliche, pensieri-forma da curare e da riportare nello stato di armonia e di equilibrio.
Per creare una realtà appagante è necessario, infatti, cambiare il nostro sguardo, cioè trasformare la nostra visione partendo dai simboli che la generano.
Il simbolo è una forza che può creare, dirigere e trasformare le energie che originano la nostra vita senza passare dalla mente razionale, dal pensiero logico il quale, essendo tessuto dalla nostra vecchia visione, è inefficace e inutilizzabile.
Il pensiero nutre i nostri condizionamenti e contemporaneamente è da essi prodotto.
Tutto ciò che crediamo di noi e degli altri è il risultato delle nostre maschere illusorie, veri e propri mostri da abbracciare; è solo, infatti, abbracciandoli tutti che ce ne libereremo e che la nostra vera natura sarà libera di manifestarsi…
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