Ognuno di noi si sente vivo e soddisfatto quando crea. Abbiamo bisogno di dimorare nell’energia creativa per dar senso alla nostra vita: questo è un nostro reale bisogno!
Invece ci hanno convinto di avere necessità che in realtà non abbiamo. Apparire è un falso bisogno che non ci rende felici; possedere qualcosa o qualcuno alla fine non ci appaga veramente; vincere ogni sorta di competizione non risolve la nostra sete profonda di gioia; essere amati, nemmeno questo ci soddisfa se per primi non amiamo… La società, l’educazione, i condizionamenti hanno creato la nostra vita per noi, servendocela già pronta e confezionata… così, ora, non siamo più in contatto con la nostra vitale energia creativa. Questo è un vero peccato!
Non immaginiamo più perché c’è la TV che lo fa per noi, non scegliamo più i nostri abiti perché la moda lo fa per noi, non cuciniamo più perché ci sono i piatti già pronti, oppure cuciniamo piatti già conosciuti da tutti che abbiamo imparato dalla mamma perché abbiamo paura di cosa verrebbe fuori inventandoci qualcosa di nuovo. Non facciamo più viaggi se non organizzati dalle agenzie anche nei più piccoli dettagli, non usciamo più le sere se non quelle in cui escono tutti, eseguiamo azioni, gesti, parole, pensieri in accordo ai dettami di altri che ci chiudono in spazi privi di creatività. E il bisogno di creare della nostra anima quando viene soddisfatto?
Pensate occorra essere riconosciuti grandi artisti, pittori o scultori per creare? In quale ambito ci è più facile sentire l’energia creativa? Attraverso quale azione passa la nostra creatività?
Il flusso creativo è sempre qui a nostra disposizione, ora. È sufficiente accoglierlo nuovamente nella nostra consapevolezza e permettergli di esprimersi.
Vedo energia creativa in un bambino che disegna con la luce negli occhi come se stesse dipingendo l’opera più bella del mondo, in una cuoca sorridente che crea il suo piatto, in un pescatore che con calma e precisione ripara la sua rete seduto sulla banchina a fianco della sua barca, in un monaco zen che cammina creando ogni passo sulla sua via, in un grafico che ricerca con cura l’immagine adatta, nel papà che gioca divertito a palla con il figlio e presente e attento a ogni tiro per far felice il suo bambino, nella donna che stende ogni abito con la grazia di gesti precisi e consapevoli, nel danzatore che dà vita al suo spettacolo, nello schermidore che crea la bellezza e l’eleganza di ogni movimento per dar luce alla stoccata vincente.
No, non creiamo solo quando siamo definiti degli artisti dagli altri, ma possiamo essere artisti di ogni nostro istante. Questo vuol dire creare la nostra vita ed essere appagati dalla nostra opera. Creare la bellezza di un gesto, di una parola e del suo suono, di un’azione, di un progetto. Non si crea nel futuro, si crea solo ora.
Anche se stiamo progettando qualcosa che si realizzerà poi, stiamo in quel momento creando la Visione del nostro progetto, ed è quindi un atto creativo vero e proprio che ci appaga. Non abbiamo bisogno della meta… ma di creare! E può essere fatto solo qui e ora. Non abbiamo bisogno di arrivare primi a una gara di scherma, ma abbiamo sete infinita di creare al meglio ogni nostra stoccata, allora sì che sarà bello e divertente portare a termine la nostra competizione. E ovviamente dimorando nell’energia creativa avremo meno pensieri, più chiarezza mentale, prontezza e decisione per affrontare al meglio qualunque compito. Ci è richiesto di essere figli dell’attimo per creare in ogni istante, allora sentiremo una gioiosa libertà che mai nemmeno abbiamo immaginato.
Creare all’interno dei nostri talenti e qualità è un modo per vivere appagati e felici, e per essere utili al mondo, ma non dovranno essere questi gli unici momenti creativi. Il nostro presente è la tela, gli atteggiamenti interiori di gentilezza, apertura, amore, coraggio, gioia, umiltà, sono i colori che dovremmo usare con grande passione e divertimento.
Non solo nella creazione dell’azione, ma ogni piccolo e semplice gesto può essere creato con piacere anziché ripetuto passivamente e senza consapevolezza in modo abitudinario. L’abitudine è noiosa! Rende la nostra vita un campo arido. Sta a noi trasformare ogni momento in un bellissimo fiore colorato da aggiungere al nostro giardino.
E cosa succede quando creiamo? La tanto difficile presenza nel qui e ora… accade da sé! Spontaneamente ci ritroviamo qui, ora, liberi e gioiosi.
Persino aiutare gli altri è triste se non lo facciamo con passione e creatività. Una mia amica a Calcutta con i bambini malati alleggeriva le loro pene facendoli ridere attraverso balli, gesti inconsueti, suoni, canti e ogni genere di azioni che venivano fuori da questa sua amorevole creatività. Erano cose banali ma nessuno degli altri volontari le faceva. Mi ha raccontato di una bambina di qualche mese con la testa enorme da macrocefala che piangeva sempre dal dolore (sarebbe morta dopo poco); le cantava qualche canzone e per un po’ non piangeva… E di un’altra bambina malata e disabile che abbracciava e coccolava tanto, così che la piccola poi la cercava sempre accettando di fare con lei anche quei piccoli passi che di solito non faceva. E di un altro bambino di 10 anni completamente paralizzato, con le gambe incrociate rigide, che un giorno, essendosi messo a piangere senza consolazione, ha preso in braccio e ha coccolato, facendogli le pernacchie sul collo così da farlo ridere tantissimo… Chiaramente questo era il suo personale modo di agire e ognuno ha il proprio, ma rendeva la sua presenza lì un momento creativo e veramente d’aiuto per sé e per i bambini. Altri volontari invece erano seri e un po’ spaventati dal contesto, che eseguivano gli ordini delle suore passivamente, senza esserci veramente.
C’è così tanta sofferenza nel mondo, veramente ovunque, vicino a noi, dentro di noi; c’è bisogno di tutta la nostra amorevole creatività! Forse non ci è chiesto di salvare la Terra con una nostra personale opera macroscopica, quanto di rendere la nostra vita un bellissimo giardino con così tanti fiori da poter essere donati a ogni persona che incontriamo.
Forse ci è chiesto di vivere creando… che è un po’ diverso dall’avere la presunzione di creare/controllare la nostra vita… Allora sì che la nostra vita avrà senso, allora sì che le nostre pratiche spirituali daranno frutti, allora sì che saremo felici. Allora sì che tutti insieme forse salveremo il mondo.
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