Credo che nella nostra epoca e società ci sia un rapporto conflittuale con la gioia. Da una parte non osiamo più gioire perché ci hanno detto che “una brava persona è sempre triste per i suoi problemi e deve stare concentrata su di essi”, dall’altra non siamo più capaci di accogliere questa grande forza perché non ci siamo allenati a farlo.
In altre culture non è così. Per esempio i tibetani sono un popolo gioioso anche di fronte alla difficoltà. Ricordo che quando andavo a trovare Ghesce Ciampa Ghiatso, un mio grande maestro lama tibetano, alla fine mi trovavo sempre a ridere dei miei problemi. Lui scherzava in modo così compassionevole che sentivo la cosa che mi angosciava diventare più leggera. La sua gioia era contagiosa proprio perché non dipendeva da causa esterna.
Quando gli parlavo delle mie difficoltà, ascoltava in silenzio; sentivo che era lì con me con tutto il suo cuore. Poi rideva e rideva finché mi faceva vedere il problema da un’altra prospettiva. Non mi sentivo presa in giro, era una cosa diversa. Accadeva che la forza della sua gioia priva di causa entrava in me e scioglieva le mie rigidità.
Ridere di sé è una grande arma contro quel demone che si chiama Io. La gioia è una forza incredibile che aiuta a superare le difficoltà, invece ci hanno fatto credere esattamente il contrario, così siamo diventati sempre più deboli e schiavi del sistema.
Che potere può avere un uomo o una donna che sa gioire indipendentemente dalla situazione in cui si trova? La gioia sincera apre il cuore e fa vedere meglio la soluzione al problema.
Ma come si fa a gioire? Sembra assurda la mia domanda, ma sono sicura che molti se lo stanno chiedendo. Amici, è come respirare… è come camminare, come mangiare… basta scegliere di farlo!
Ci hanno convinto che non è questione di scelta, che è necessario conoscere chissà quale strano metodo per imparare a gioire! Non vi sembra allucinante? Mio figlio di un anno è in grado di gioire un istante dopo un pianto disperato, e un uomo o una donna adulti… no? La differenza sta solo nel concederselo. Se pensiamo di non poter gioire perché abbiamo troppi problemi è come scegliere di non bere quando abbiamo sete.
Abbiamo stabilito così tante condizioni per aprirci alla gioia che non troviamo mai il momento giusto per faro. Una grande essere umano è colui che sceglie di gioire a priori, come dono a se stesso e al mondo. Occorre solo un sì al sorriso sincero e tutto accadrà da sé.
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Grazie Carlotta. Ho sempre vissuto con grande senso di colpa la mia inclinazione a divertirmi. Perchè le persone “SERIE” le sole ad essere meritevoli di “rispetto” sono serie. “Il riso abbonda sulla bocca degli stolti”…e via così.
Che bello poter ridere! lo condivido su facebook. Grazie ancora per quello che fai e che scrivi!