Un giorno chiesi a Dio il perché di tutta la sofferenza umana. Quando contemplo, sento il dolore del mondo, di tutti quegli esseri che per un motivo o per l’altro soffrono tremendamente.
Volevo una risposta che soddisfacesse il mio cuore, non la mia mente. Volevo sentire dentro di me l’utilità di tanto dolore… perché se tutto accade per amore… anche la sofferenza deve servire a qualcosa. Chiedevo a Dio una risposta chiara alla mia anima, che non mi lasciasse più dubbi.
E un giorno accadde. Sentii il motivo di tanta sofferenza: è il modo per aprire il nostro cuore all’amore, per chinare il capo alla Vita, per togliere il potere all’Io e ridarlo a Dio.
Quando soffriamo è facile che all’inizio resistiamo con tutte le nostre forze, aggrappandoci ancor più alle nostre certezze e convinzioni, ma a un certo punto il dolore diventa più forte di noi e siamo costretti a cedere, a mollare la presa… ad aprire il nostro cuore. Certo, non sempre accade, purtroppo: c’è qualcuno che non apre mai le braccia, ma la Vita ha più tempo e pazienza di noi.
La sofferenza ci ammorbidisce e ci rende umili e forti, qualità indispensabili per essere felici. Ovvio che non va cercata, sa bene “lei” quando venire al momento giusto. Noi dovremmo dimorare nella pienezza e nella gioia ma questo è possibile se ci permettiamo di fluire morbidi con ogni istante. Se ci irrigidiamo, la sofferenza ci ricorda che non stiamo più fluendo. La vita ci ricorda così che Lei sa… noi no; Lei sa come condurci all’amore, noi non lo sappiamo ma ci illudiamo di saperlo.
Quello che ho sentito è che dietro il più grande dolore c’è un amore così grande che è infinitamente più potente di qualunque sofferenza. Nessuno è mai lasciato solo, anzi, proprio in quei momenti disperati Dio manifesta tutta la sua cura per noi. È sufficiente aprire la porta del nostro cuore per sentire un amore mai nemmeno immaginato.
Per essere felici dobbiamo abbracciare la vita, non pensare di comandarla con la bacchetta; dobbiamo imparare a Vederci felici e a Vedere la pienezza in ogni ambito, ma senza mai irrigidirci se le cose non vanno come vogliamo noi. Anzi, proprio quando ci sentiamo sconfortati, dovremmo insistere maggiormente nel creare Visioni piene e appaganti, ma sempre ricordandoci che siamo nelle mani di una forza più grande… E le Visioni accadono ora, vanno godute ora.
Inizia un nuovo anno. È un simbolo, naturalmente, poiché tutto scorre, niente inizia e niente finisce, ma, proprio perché è un simbolo, cerchiamo di usarlo bene.
Che Visione abbiamo del nostro nuovo anno? Immaginatelo in chiave simbolica. Potrebbe essere un deserto arido o un giardino fiorito… un albero spezzato o uno pieno di frutti…
Liberate la vostra Visione… Come Vedete il vostro nuovo anno?
In qualunque modo lo Vediate, ricordate che potete trasformare le vostre Visioni di mancanza in Visioni di pienezza.
Se Vedete per esempio un albero secco, chiamate un simbolo del divino – Gesù, un angelo, Buddha o semplicemente una figura di luce – e immaginate che con amore abbraccia l’albero fino a renderlo ricco e fiorito. Assaporate quella Visione di pienezza e sentite che il vostro nuovo anno sarà così. Ripetete sempre alla fine: “Così è, grazie”.
Amici, vi auguro una Visione di pienezza per il nuovo anno perché la realtà si forma proprio sullo stampo delle nostre Visioni.
E se siete tristi: aprite il vostro cuore ancor più… la Vita, Dio, vuole farvi sentire la Sua Forza, il Suo Amore, la Sua infinita consolazione.
La più potente rivoluzione è Vedersi felici in un mondo di pace…
Che il nuovo anno sia l’inizio della più bella e potente rivoluzione!
Carlotta Brucco
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