Ho osservato un fattore molto importante in questo periodo: la gente si fa più domande. Magari, poi, si dà risposte di ogni genere e tipo, che comprendono tutte le sfumature della coscienza umana, ma il solo fatto di porsi più domande attiva una ricerca preziosa, un movimento interiore essenziale.
Ognuno di noi ha potuto osservare come, soprattutto ultimamente, e anche da parte degli organi ufficiali di informazione, viene detto tutto e il contrario di tutto. Sebbene questo provochi spaesamento in molti, è tuttavia stimolante per non essere più passivi ricevitori di informazioni, ma attivi ricercatori di verità.
Sempre più persone vogliono informarsi attraverso una libera ricerca indipendente per “unire i puntini” in modo che appaia un quadro per lo meno sensato.
Sta nascendo un nuovo collettivo umano che vuole sapere, e per realizzare ciò ha capito l’importanza della connessione con tutti gli altri. Se tutti cercano e condividono quello che trovano, qualcosa di importante verrà fuori.
L’evoluzione si attiva nella continua ricerca di nuovi paradigmi che non vuol dire rinchiudersi dentro nuove certezze, ma continuare a cercare sempre. La conoscenza non è qualcosa di fermo e immobile ma si espande all’infinito. Proprio per questo ogni vero saggio sa di non sapere e ama questa condizione perché ama la ricerca.
La profonda passione per la conoscenza rende l’uomo evoluto e lo porta gradatamente a una coscienza di sé sempre più ampia.
Siamo stati educati a ricevere ogni genere di informazione passivamente, da quando siamo nati, obbligati a prendere per vero (pena il bannamento sociale) tutto quello che “le autorevoli fonti” ci hanno voluto far sapere. Ci hanno fatto credere che la persona intelligente è colui che accetta e crede a tutto quello che dicono “le persone autorevoli e intelligenti” quando il Buddha, uno degli esseri più “intelligenti” di ogni epoca, ha sempre invitato chi lo ascoltava a:
“Non credere a nulla, non importa dove l’hai letta o chi l’ha detto, neppure se l’ho detto io, a meno che non sia affine alla tua ragione e al tuo buon senso”.
E poi ancora diceva:
“Non credere a quel che hai sentito. Non credere alle tradizioni solo perché si tramandano da generazioni. Non credere a nulla di cui si parli da molto tempo. Non credere ad affermazioni scritte solo perché provengono da un vecchio saggio. Non credere nelle ipotesi. Non credere nell’autorità dei maestri o degli anziani. Ma, dopo un’attenta osservazione e analisi, se ciò concorderà con la ragione e sarà di beneficio a tutti, allora accettalo e vivi in accordo ad esso”.
Il Buddha e tutti i grandi saggi hanno sempre chiesto di non prendere per vero un insegnamento solo perché proferito da una fonte ritenuta influente, ma di verificare, sperimentare in sé, ricercare a fondo ogni sua implicazione e, solo dopo aver trovato chiarezza e “unito i puntini”, sarà possibile far propria quella visione e vivere in accordo a ciò che risuona con il proprio essere.
È finito il tempo della cieca devozione a qualcuno o a qualcosa che si pone sul trono della verità. È finito il tempo di obbedire senza nemmeno capire; possiamo riappropriarci della libertà di conoscere attraverso la raccolta di tutte le informazioni che ci servono. Oggi si parte dall’essere un’unità, un unico gruppo, l’umanità, dove ognuno è connesso a tutti, dove ognuno cerca e condivide per cercare ancora e ancora così da poter conoscere sempre più l’infinito potenziale dell’essere umano per metterlo al servizio dell’essere umano e di tutto il pianeta.
È finito il tempo di “io sono meglio di te” e anche di quello di “tu sei meglio di me”. Il nuovo mondo si sta svegliando nell’“Io sono Te, Tu sei Me”, un unico cuore che pulsa al servizio del bene collettivo.
Quel divino che è sempre stato ritenuto lontano e distante ha raggiunto il nostro cuore, il cuore di tutti allo stesso modo, per mostrarci che siamo tutti uno e che possiamo utilizzare la forza dell’uno ricercando insieme quello che ci serve, per creare insieme un mondo migliore.
La fiducia va posta quindi nella nostra libertà di continua conoscenza che è in grado di approfondirsi nella perenne ricerca e permette di tessere, tutti insieme, una rete di informazioni disponibile per tutti.
Che la nuova umanità possa sorgere nella luce della conoscenza e nell’apertura del cuore.
Carlotta Brucco
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