L’altro giorno stavo passeggiando con un’amica. Le chiesi di parlarmi di sé.
Mi raccontò delle difficoltà con suo marito, e dei figli disperati per la scuola. Mi parlò del suo tremendo lavoro e del mal di schiena che non passava mai. Poi passò a raccontarmi di quel viaggio in montagna e di quel suo amico che era caduto sciando. Continuò dicendomi quanto amasse passeggiare in mezzo alla natura e mi descrisse tutti i boschi che aveva visto nella sua vita e poi mi raccontò di tutti gli incredibili viaggi per il mondo che aveva fatto. Mi disse come si sentiva bene a camminare nella natura e che ne aveva bisogno perché le dava energia e forza.
Probabilmente lei pensò, tra un pianto e un sorriso, di parlarmi di sé, invece questo non accadde mai, nemmeno per un istante. Mi raccontò solo delle storie, ma questo non è parlare di sé, è parlare di matrix, dell’illusione.
Dove va solitamente il focus della vostra attenzione? Di cosa parlate sempre agli altri? Che raccontano i vostri pensieri?
Osservate: l’attenzione va sempre sulla storia che vi raccontate. Sempre una storia.
Ma la storia che chiamiamo vita esiste per mostrarci in modo poetico e colorato ciò che siamo veramente, non è fine a se stessa. La storia non va risolta ma va compresa. Non viviamo per risolvere i problemi, ma per conoscerci attraverso di essi.
Avete presente le parabole di Gesù a cosa servivano? A comprendere le leggi universali di amore, saggezza e unità. E così è anche per la storia della nostra vita; è un messaggio continuo per conoscere sempre più ciò che siamo veramente, non per definirci ma per descrivere l’esperienza che siamo.
Avete mai pensato di essere un processo di esperienza unica e preziosa per tutto l’universo? Avete mai pensato di essere l’esperire stesso e non quindi quella persona che crede di fare esperienza? La storia della nostra vita descrive il processo di esperienza che siamo.
Se noi siamo questo continuo movimento di raccolta di informazioni, è chiaro che non possiamo rientrare in alcuna definizione. Anzi, ogni volta che ci definiamo, il movimento impetuoso di questo processo, presto o tardi, spazzerà via ogni definizione. E qui nasce dolore. Ogni volta che classifico me, gli altri o il mondo, si crea sofferenza. E questa sofferenza ci sta raccontando che non possiamo definirci. Il flusso di vita selvaggio non può essere rinchiuso in qualcosa o qualcuno.
Io sono una cattiva madre, una pessima persona, io sono una brava cuoca che ama camminare in montagna e che è gentile perché asseconda tutte le aspettative che gli altri hanno su di me… io sono questo e quello e non sono questo e quello… Tutto falso!
Sono un continuo movimento di raccolta di esperienza, di informazioni e ogni storia che accade lo racconta in modo che questo processo diventi sempre più consapevole di sé.
Un giorno che accade ora, ogni raccolta tornerà a Casa per riconoscere che c’è sempre stato solo Uno che ha raccolto: Dio, il Creatore, Una sola Coscienza.
Quindi, possiamo vedere quanto sia importante sapere comprendere tutto ciò che ci racconta la vita, poiché altro non è che l’ologramma del processo interiore che siamo.
Se la nostra attenzione va sempre sulla storia, rimaniamo chiusi in matrix, la realtà illusoria, maya; nessun risveglio è possibile. Sembra scontato, eppure osservate la vostra giornata e vedete quante volte la vostra attenzione è richiamata dalla storia e quante invece va al processo interiore che la storia vuole mostrarvi.
Forse ora la domanda è: come si fa a vedere il messaggio che la storia vuole mostrarci?
Questo è ciò che dovremmo chiederci quasi ad ogni pensiero. E quindi spostare il focus dalla storia, che sono un insieme di pensieri, a ciò che effettivamente sta accadendo in noi cioè all’esperienza di questo momento. L’esperienza è viva, accade ora, è vita che scorre in noi, è l’esperire questo momento. Questo esperire è intelligente. Sa il fatto suo, sa come e cosa raccogliere. Non ha bisogno del pensiero condizionato che rinchiude tutto dentro false verità. Lasciamoci essere questo esperire vita!
Fidiamoci di quel flusso vivo e intelligente che sentiamo ad ogni respiro e permettiamogli di far giungere a coscienza le nuove comprensioni che continue ci inonderanno e ci sveglieranno. Allora sì che riusciremo a riconoscere sempre più matrix e a volare oltre con una risata.
Perché questo è il senso della nostra vita: scoprire passo passo e senza fretta, in modo unico e imparagonabile, di essere una sola coscienza di amore intelligente.
Carlotta Brucco
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