Molte persone mi chiedono spaventate cosa ne penso di questo mondo disastrato. Temono per sé e per i propri figli, perché percepiscono questi tempi come qualcosa di terribile e pericoloso.
Rispondo, allora, di ricordarsi il motivo per cui si trovano qua, su questa Terra. Ricordo loro che sono venute per essere esperienza e non per essere qualcosa o qualcuno, che sono venute a raccogliere informazioni preziose sulla conoscenza di sé e non per sentirsi perseguitate dai problemi. Le situazioni difficili non vanno risolte ma comprese. Allora fluiranno da sé.
Invece viviamo credendo che ci siano problemi da risolvere e portiamo tutta l’attenzione in quella direzione. Non ci è chiesto di vivere per trovare soluzioni, ma di vivere per conoscerci. E tutto si muoverà da sé verso l’armonia. Crediamo che la felicità si trovi nell’essere qualcosa o qualcuno, quando invece è proprio il voler essere qualcosa o qualcuno, che crea sofferenza. Ci si dimentica del sé infinito, nostra vera natura e questo crea dolore.
Tutto l’universo intelligente cospira per riportare all’Uno quella porzione di sé stesso che sta sperimentando la separazione. Il riconoscimento che siamo l’esperienza del Creatore ci permette di dar valore a ogni momento di vita e di vedere che il nostro è un viaggio d’amore. Nulla, infatti, può accadere che non sia per il nostro massimo bene.
Ma cos’è il massimo bene? È quello che ci permette di fare il prossimo passo verso Casa, cioè verso la nostra vera natura di infinito amore intelligente, libera da ogni sofferenza. Quindi ogni evento accade per offrirci l’informazione che ci serve per compiere il passo successivo verso un amore e una libertà sempre più grande.
Se tutto ciò che accade è un’offerta per liberarci dalla sofferenza… che cosa dovremmo temere?
Quello che vediamo è ciò che siamo in grado di vedere. Ciò che chiamiamo realtà non è qualcosa di oggettivo ma dipende dal nostro sguardo. Se abbiamo gli occhiali della paura, vedremo panorami spaventosi anche in una splendida giornata di sole, ma se sapremo metterci gli occhiali dell’amore, per esempio, vedremo amore ovunque.
Questo non vuol dire, ovviamente, farsi zerbino… anzi, proprio il contrario: quando riusciremo a riconoscere che la natura di tutto e anche di ciò che siamo è una infinita forza amorevole e intelligente, non passeremo più la vita ad assecondare le aspettative degli altri per elemosinare un po’ di accoglienza, ma saremo impavidi nell’onorare e nell’agire la vita che ci scorre dentro.
Per tornare alla domanda iniziale, quindi… che ne sarà di noi? La risposta è: “Dipende da che occhiali sei in grado di metterti”.
Più mondi coesistono, anche ora. Mondi che stanno crollando miseramente e altri che stanno rinascendo splendenti e meravigliosi. Mondi impregnati di paura e altri pieni di amore e bellezza. Quale sai vedere? Non è una questione del “pensa positivo” o di “fai finta che tutto vada bene”… Non ci si può fregare così da soli. Quando si vede la vera natura di tutto, che cosa può spaventare? Allora occorre impiegare l’energia vitale per cercare la vera natura della mente, invece che usare tutta la nostra forza interiore sempre e solo per difenderci dalla vita.
Per vedere il nuovo mondo già ora, occorre aver abbracciato ogni ombra, ogni mostro, ogni paura. Occorre aver compreso che non ci può essere alcun nemico, nemmeno la morte stessa. Quando si inizia a vedere che il mondo là fuori è il mondo qua dentro e che occorre riconoscere tutto e tutti come un aspetto di sé da amare, allora il panorama cambia. E quante più persone riusciranno a farlo, tanto più il mondo nuovo apparirà all’intero collettivo umano.
Sono in grado di portare tutto al cuore? Attenti, non ingannatevi, non ho detto: “Sono in grado di pensare di portare tutto al cuore?”. Non sto parlando di un pensiero, ma di un’azione interiore, di un’esperienza. Quando la configurazione energetica in cui dimoriamo è l’abbraccio di tutto ciò che sentiamo separato da noi, guarderemo il mondo attraverso quella forma, attraverso quegli occhiali. Non importa quale evento dovremo affrontare, perché qualunque esso sia attraverserà la nostra forma d’amore e si trasformerà in esperienza d’amore.
Sembra filosofia, invece è il semplice funzionamento di un processo che può essere compreso e sperimentato. Non occorre aver paura di come va il mondo; è più utile portare attenzione alla configurazione energetica dal quale lo guardiamo. In che forma energetica dimoro? Perché il mondo che vedremo avrà origine da lì. E se avrò imparato a fidarmi della vita, mi sentirò sempre al sicuro, anche quando dovrò attraversare la morte, che sia il lasciare il corpo oppure il dover affrontare un grande cambiamento.
L’atto rivoluzionario è portare luce in ogni nostro punto buio; portando al cuore ogni aspetto di noi che respingiamo, contribuiamo alla nascita di quel nuovo meraviglioso mondo che tutti stiamo attendendo di vedere.
Carlotta Brucco
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