Sei il tuo corpo o l’essere immortale che lo usa per fare esperienza?
Quando credi di essere il corpo è il momento in cui nasce la paura, sorge il terrore che capiti qualcosa a quell’immagine che vedi riflessa nello specchio. Quando il corpo richiama tutta la tua attenzione vivi nel timore che si possa ammalare, che possa invecchiare e che alla fine muoia.
Cosa comporta questo pensiero: “Io sono il corpo”?
Identificarsi con il corpo equivale a identificarsi con un abito; immagina di credere di essere ciò che indossi. Come vivresti? Proveresti paura che si possa scucire, che si rovini, che si usuri nel tempo. Questo accadrebbe perché il vestito richiamerebbe tutta la tua attenzione così da farti credere che non ci sia nient’altro che quello. Come definiresti una persona che pensa di essere il suo vestito? Che trascorre le giornate abbellendolo per poi disperarsi se questo si rovina o si divide in pezzi?
Tu invece, porti più spesso l’attenzione al tuo corpo o a chi lo indossa? Perché, in base a dove va l’attenzione, cambia decisamente l’esperienza di vita. Quanto ti interessa riconoscere chi indossa il corpo? Quanto tempo gli dedichi?
Quando parlo di corpo, non intendo solo carne e ossa ma anche l’immagine che lo rappresenta. “Non voglio una brutta immagine di me”, questa affermazione nasconde il credere di essere quell’immagine bella o brutta che sia.
Sei davvero l’immagine di quella persona che credi di essere? Passi la vita a difendere quell’immagine che vorresti essere? Vuoi che tutti ti vedano così? Vuoi convincere te stesso di essere quell’immagine ideale e non quella che respingi? Passi la vita cercando di rinchiudere tutto ciò che sei in una bella immagine?
Stessa prigione di credere di essere il vestito che indossi. Chi sei al di là dell’immagine che hai costruito? Chi sei se non sei un corpo, un’immagine, quel personaggio che credi di essere, con la sua storia, i suoi ricordi, il suo nome…
Se l’attenzione potesse non concentrarsi più dentro un corpo, un’immagine, una storia, chi saresti?
Prova a non identificarti più con qualcosa o qualcuno. Lascia andare per un attimo il pensiero “Io sono questo”. Porta delicatamente l’attenzione in quello spazio tra un pensiero e l’altro… dove non sei alcunché.
Ci sei ancora? Sembra di sì. Ti accorgi anche solo per un istante che puoi esserci senza essere qualcosa? Questo rappresenta un portale per la liberazione dalla sofferenza che deriva dal credere di essere solo un’immagine.
Prova a “essere” senza definirti. Può farti del male questo essere e basta? Come appare il mondo guardando da lì? Non c’è più paura.
Hai forse guardato da lì ancora solo per un attimo perché sai che se ti lasci andare nella consapevolezza dell’“Io Sono” ti si aprirà un panorama di infinito amore e saggezza che non hai mai nemmeno immaginato.
Potrai usare tutti i vestiti che vorrai, cambiare immagine e attraversarle tutte, come un attore che recita personaggi diversi, senza però dimenticare chi è. Non avere paura di riconoscerti come magico, infinito, intelligente, immortale, eternamente vivo, che sempre è stato e che sempre sarà.
Non preoccuparti, rilassati, arrenditi e scopri la tua meravigliosa vera natura al di là di ogni forma illusoria e impermanente. Hai già tutto ciò che ti serve per essere felice, occorre solo riconoscerlo.
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Carlotta Brucco
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