183. QUANDO AMI IL MONDO AMI TE STESSO

Ci ritorna quello che diamo, come un’operazione matematica.
Torna ciò che diamo perché l’altro è un aspetto di noi. Quindi tutto torna a noi. La separazione non esiste, anche se sembra sia molto reale, non c’è.

Essendo tutto in noi, essendo tutto noi stessi, essendo tutto Uno, ogni cosa che facciamo agli altri o pensiamo degli altri, lo facciamo a noi stessi.

Allo stesso modo, come guardiamo la vita, così ci sentiamo guardati da lei, perché la vita non è separata da noi, è in unità con ciò che siamo, quindi ci torna indietro nel senso che non c’è altro che noi, Uno. La vita è il nostro sguardo…

Il Karma stesso a volte sembra una legge punitiva, invece è molto più semplice: quello che faccio all’altro non lo sto facendo a un altro ma lo sto facendo a me stesso.
L’altro infatti, sembra diverso da me, ma in realtà sarebbe meglio dire che è diverso da ciò che credo di me. L’altro è, quindi, tutto ciò che di me non voglio vedere.

Incontro una persona che soffre. Cosa faccio quando mi trovo di fronte l’immagine di me sofferente? Mi giro dall’altra parte e passo?
Se incontro una persona che si arrabbia, che cosa faccio? Cosa cambierebbe se mi confrontassi consapevolmente con un me stesso arrabbiato?

Come cambierebbe la percezione dell’altro se vedessi chiaramente che è solo un’altra immagine di me? Quali relazioni avremmo se fossimo consapevoli che ci stiamo rapportando con noi stessi?
Qualcuno potrebbe obiettare: “Non è vero, l’altro è molto diverso da me”.

No, l’altro è diverso da ciò che credi di essere, non da ciò che sei. Perché tu sei l’Uno meraviglioso e infinito che si manifesta in ogni immagine del creato.
Se, attraverso la visione distorta di me stesso, non riesco a percepire che tutto è l’Uno Creatore, non importa, le leggi universali funzionano ugualmente: qualunque cosa faccio all’altro, lo faccio a me, perché l’altro è me.

Se desidero amore, occorre offrire amore a tutti quanti perché sono altri me. Allora lo sentirò.

Il concetto è che devo dare ciò che voglio sentire.
Se desidero sentire accoglienza, occorre che accolga tutto e tutti attorno a me.

Non fare all’altro quello che non vorresti fosse fatto a te. Perché l’altro è te! Se lo fai all’altro lo sentirai tu presto o tardi.
Comprendendo a fondo questa legge, si apre la porta delle infinite possibilità.
Ma occhio: occorre offrire il “sentire” che voglio che ritorni.

Non basta fare una buona azione, occorre farla sentendo ciò che vorrei sentire. Ritorna il sentire che offro, perché lo sto condividendo con un altro aspetto di me.

Che il Natale porti a tutti la consapevolezza di questa meravigliosa alchimia in modo che ognuno diventi una luce d’amore per ogni altra parte di sé.

Buone Feste a tutti!

Carlotta Brucco

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