Quante volte nella vita ti sei sentito sbagliato? Quante volte ti sei paragonato, giudicato, confrontato? Quante volte hai pensato di poter essere di più, di più e ancora di più?
E così ti sei nutrito di quel senso di inadeguatezza che ti ha fatto sentire sbagliato.
È un buon nutrimento sentirsi sbagliati? Credi ancora che ti sia utile in qualche modo?
Certo, magari possiamo dire che manca consapevolezza, presenza, apertura, accoglienza, ma questo non significa che ci sia qualcosa di sbagliato.
Se sono in prima elementare e sto imparando matematica, posso apprendere bene se continuamente mi confronto con i bambini di terza, sentendomi inferiore perché sanno più di me? Mi perderei solo il gusto del viaggio. Non riuscirei più a giocare e ad approfondire il mio piano di studi. Non potrei essere felice di imparare matematica di prima elementare e mi sentirei sempre inadeguata.
Ma la questione è, in realtà, ancora più semplice: ognuno di noi è una manifestazione del Creatore. Ognuno di noi è quel Dio che sta cercando di fare un po’ di esperienza duale in santa pace!
È come se Brad Pitt, quando deve recitare una parte di un film, magari un dramma pieno di dolore, continuasse a dirsi: “Ma no, questa parte non è l’essere perfetto e giusto che ho in mente, questo personaggio fa schifo, è brutto, terribile, vecchio!”. Sicuramente non riuscirebbe a portare a termine alcun film. Invece, semplicemente, Brad Pitt sa di non essere quel personaggio e si gusta ogni scena, raccogliendo grande esperienza da ogni interpretazione. Non si sente sbagliato quando recita un personaggio non illuminato! Semplicemente si gode l’esperienza.
Così dovremmo fare noi: essere l’esperienza, momento per momento. Poiché, diciamocela tutta: non siamo altro che esperienza intelligente.
Esperienza intelligente che recita tanti ruoli nel film chiamato “Vita sulla Terra”. E perché siamo sempre lì a criticare come siamo, paragonandoci a come dovremmo essere, quando tutto quello che ci è chiesto è di essere esperienza che conosce sempre più se stessa in questo viaggio di ritorno al Centro? Perché non ci rilassiamo in compagnia di noi stessi provando ad accogliere quello che c’è così com’è?
Attenti: così com’è non vuol dire così come mi definisco, ma così come mi sperimento. Non sono quel pensiero che dice “io sono così e non cosà”, ma sono l’esperire di quel personaggio.
Allora, se il Creatore è tutto ciò che c’è, quindi anche ognuno di noi, e se Gli serve l’esperienza di ogni porzione di coscienza, qualunque essa sia, occorre giudicarci, cercando di essere sempre diversi da quello che siamo?
Come si fa a vedere la perfezione di tutto quello che c’è, se non si fa altro che identificarsi con il limite?
Sei così unico e prezioso, amico mio.
Per tutto l’universo sei veramente meraviglioso così come sei.
Conosciti sempre più in tutta la tua vastità! L’universo intero ti vuole esattamente così come sei! Accogliti e potrai essere libero di conoscere tutto quello che c’è con una velocità sorprendente. E il viaggio verso casa sarà in astronave, non in bicicletta.
C’è infinita bellezza in quello che sei, coglila, anche solo per un attimo, e vedrai che il tuo vero volto è quello del Creatore.
Carlotta Brucco
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