
Il nome è un codice e negli anni, quello che ci è stato dato alla nascita può andare stretto, può essere sentito come un ciclo che si è ormai compiuto. Cambiare nome non è un rifiuto del passato ma il riconoscimento di un proprio importante cambiamento; ci si sente pronti a incarnare qualcosa di nuovo. E magari non è ancora chiaro cosa.
Un nome nuovo non è un’etichetta ma una frequenza viva, una chiave che apre memorie, qualità, direzioni. Può attivare un servizio, una missione, un nuovo stato di coscienza. Non nasce dalla mente razionale, ma dalla risonanza; quando lo senti, non puoi più non sentirlo perché ogni cellula lo riconosce e gli dà il benvenuto.
Si può chiedere all’Infinito Intelligente, al Sé Superiore, al Dio che abita il vostro cuore, ma non lo si cerca. Si riceve e arriva quando si è pronti ad ascoltarlo. E questo spesso accade quando la vita ci ha reso abbastanza vuoti e silenziosi da poterlo sentire.
Dopo grandi cambiamenti, anche solo interiori, dopo ogni “morte” in vita di una immagine di noi ormai passata, è attesa una rinascita e ogni nascita viene celebrata con un nuovo nome, che porta un nuovo significato, una nuova configurazione energetica. Arriva quando siamo pronti a voler bene a ciò che siamo stati, al nome vecchio, per lasciarlo andare con gratitudine.
Il nome nuovo non nasce dal voler essere diversi, ma da una maturazione profonda, spesso silenziosa.
Non arriva per decorare ma per attivare, ed è la risposta a un passaggio interiore già compiuto.
Cercarlo con la mente può confondere, ma se ci apriamo, se ascoltiamo, se rimaniamo nudi con ciò che siamo, sarà lui a trovarci. E quando arriva non abbiamo bisogno di conferme.
Il nome nuovo va chiesto con un sussurro dal cuore:
“Se c’è un nome che mi appartiene di più, ora, che serva il mio cammino e il bene più grande, mi apro a riceverlo. Che venga a me, a suo modo, a suo tempo, come dono, come chiamata, come preghiera esaudita”.
La richiesta poi va lasciata andare, senza pensarci più, va offerta al Vuoto Intelligente, al Creatore e si attende. Con calma, pazienza, gioia, fiducia. L’attesa ha il suo gusto.
Il nome potrà venire in sogno, in meditazione, in un’intuizione improvvisa in una parola letta, in un suono che vibra dentro. Quando lo sentirete, non avrete dubbi perché risuonerà in tutto il vostro essere.
Dopo che arriva potete scegliere come usarlo nel mondo: tenerlo come suono sacro e segreto con il quale solo voi vi chiamate, come un mantra da sussurrare nell’intimità del vostro essere, oppure potete sentire di condividerlo a quei pochi intimi in grado di risuonare con lui, o ancora di assumerlo totalmente proponendo a tutti di chiamarvi così.
Siamo qua per sperimentare ciò che ci risuona, non per cercare verità dettate da altri. Amate la conoscenza con il fine di conoscere. Fate esperienza di cosa può portarvi un nome o l’altro; il nominare è un’arte potente che può aprire ponti tra aspetti di voi meravigliosi e ancora sconosciuti.
E a tal proposito… Da molti anni cammino in questo mondo con il nome Carlotta Brucco.
Questo nome ha custodito un’esperienza, un viaggio, anche un servizio forse.
Ora – ed è tanto tempo che lo aspettavo – mi ha trovata un nuovo suono; è sorto un nome che non viene da me, ma è giunto a me, attraverso un incontro mistico.
L’ho riconosciuto. Non è qualcosa che ho scelto, è qualcosa che mi è venuto incontro, come una memoria, una frequenza, una presenza: Yoel.
Non annulla certo ciò che è stato ma lo completa.
Sembra che questa nuova frequenza trovi la sua manifestazione non più tanto nello spiegare, ma nell’irradiare.
Lo sento come uno spazio che accoglie, benedice e riconosce la forma sacra di ogni manifestazione.
È come un fuoco che non brucia, è un invito a ritrovare il sole dentro di sé.
Non vuol dire che non condividerò più la mia esperienza, ma che cambierà la forma energetica con cui questo avviene.
Potrebbe non mutare la forma di espressione o forse sì, non so ancora.
Lascerò che il nuovo suono intoni il suo canto così che possa ispirare chi risuona con lui.
A chi lo sente, non serviranno spiegazioni.
A chi non lo sente, non basteranno le mie parole.
Ma grazie a chi vorrà rimanere a risuonare insieme.
Yoel
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