Cerchiamo sempre quello che c’è e non diamo mai attenzione a quello che manca. Cosa vuol dire tutto ciò? Osserva come si muove l’attenzione: dove va? Sempre su un pensiero e poi in quello successivo. Va a cercare una storia, soluzioni ai problemi, il pieno. Mai il vuoto rimane sullo spazio tra un pensiero e l’altro. Vuole essere qualcosa, mai si posa su quel che sembra essere nulla.
E se scoprissi che quello spazio vuoto è qualcosa di magico ed è la soluzione a tutti i tuoi problemi perché è Intelligenza Pura, ti interesserebbe? Perché il problema è proprio questo: non c’è interesse per il vuoto ma per il pieno. E quindi si rimane negli stessi schemi che hanno causato i problemi, e come in un loop, non se ne esce mai.
Prova a portare l’attenzione nello spazio tra due pensieri… sembra quasi di non esserci più, o meglio non c’è più quello che crediamo di essere. Inizialmente, quando l’attenzione rimane lì un attimo, sembra che la mente solita a cui siamo abituati si annoi e così rinasce il pensiero: “Che noia, qui non c’è nulla!”. Ecco che l’attenzione ritorna ai soliti interessanti pensieri che credono di poter risolvere ogni problema del mondo.
Ma se l’attenzione rimanesse nel vuoto invece, cosa accadrebbe? Se si andasse oltre il senso di smarrimento, senza più cercare nei pensieri la definizione di sé? Ecco che si aprirebbe uno spazio magico: la vera natura di ciò che siamo.
Resisto alla tentazione di non andarmi a cercare più nei soliti pensieri che definiscono tutto. Cos’è questo vuoto? E se fosse “pieno” di quello spazio infinito che origina il tutto? Quello spazio di infinite possibilità non ancora manifeste? E se si aprisse la porta della consapevolezza della nostra vera natura una e infinita? Se fosse l’origine dell’Amore?
A quel punto nascerebbe una grande attrazione per quel vuoto. L’attenzione tornerebbe spontaneamente sempre lì come quando si è innamorati. Da quel vuoto nascono intuizioni, connessioni, nuovi sguardi e configurazioni che ci permettono di essere in armonia con il tutto. E di servizio al tutto.
È come una continua danza dal vuoto alla manifestazione e poi ancora al vuoto. Testimoniare questo movimento significa conoscenza, ricchezza. Non c’è più soggetto e oggetto ma solo quell’esperire che risale la spirale delle densità luminose fino a tornare a Casa. Ma tutto parte dall’innamorarsi di quel Dio che è non si rivela nel pieno ma nel vuoto.
Carlotta Brucco
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