Quando incontro le persone individualmente per fare un lavoro personalizzato mi sento come davanti a un’opera d’arte, che però rimane nascosta dalle sovrapposizioni di maschere che non appartengono all’opera originaria. Questi uomini e donne solitamente mi raccontano la loro personalità, mi descrivono tutte le loro maschere, ignorando completamente di non essere quelle. Mio scopo è invece “tirar fuori” il loro vero, meraviglioso volto.
Questa operazione è come una rinascita attraverso la quale la persona partorisce se stessa, si dona cioè nuova vita, partendo dalla consapevolezza della propria pienezza. L’opera d’arte unica e inimitabile che siamo deve tornare alla luce in modo che ognuno di noi possa godere della propria vera natura felice.
In questo delicato processo mi è richiesta una cosa importantissima: devo credere nell’altro, devo Vedere io per prima la sua bellezza, la sua gioia, la sua pienezza. Solo così aiuterò la persona che vuole essere felice a partorire la nuova Visione di sé.
Se io per prima non riesco a vedere le meravigliose potenzialità dell’altro, non potrò essergli d’aiuto in nessun modo.
Dobbiamo prima saper Vedere ciò che vogliamo “tirar fuori” da noi stessi o dall’altro. Ti osservo, ti ascolto a fondo, abbraccio tutto ciò che pensi di essere, ti accolgo teneramente e pian piano, portando il mio sguardo oltre le tue maschere, permetto al tuo vero volto divino di venir fuori perché è lui che sto cercando e a cui mi sto rivolgendo.
In qualunque relazione questo è importantissimo; dobbiamo chiederci che Visione abbiamo dell’altro, a chi stiamo parlando, poiché solo rivolgendoci al vero volto di chi ci sta di fronte riusciremo ad avere relazioni fruttuose e soddisfacenti.
Quando i miei figli mi fanno arrabbiare guardo subito alla Visione che ho di loro in quel momento, e se vedo che non è positiva, la trasformo immediatamente cercando di richiamare il loro vero volto divino, perché altrimenti ogni mio intervento educativo sarà rivolto al potenziamento della Visione negativa. Voglio dire che se sgrido mio figlio avendo una Visione di lui come di uno per esempio che non ce la fa, non lo aiuterò affatto. Diversa cosa è invece sgridarlo credendo in lui, nei suoi potenziali, vedendolo nella sua pienezza.
La stessa cosa vale per noi stessi. Dobbiamo Vedere e riconoscere il nostro volto felice affinché questo venga fuori!
Solo quando riesco a Vedere chi mi sta di fronte nella sua pienezza, posso aiutarlo a trasformare ogni sua paura in amore. Tutto quello che ognuno di noi desidera è questo: dimorare nell’amore anziché nella paura.
È una questione di suono, di diversa vibrazione. L’arte che più mi piace, perché io l’avverto proprio come una forma d’arte, è aiutare le persone a cambiare onda… a saltare dalla paura all’amore. Un po’ per volta, a piccoli passi, questo è possibile.
Provo una grande gioia quando qualcuno che mi chiede aiuto per i suoi problemi compie questo salto energetico. E vi posso assicurare che non dipende dalla situazione in cui uno si trova. Ho visto persone in circostanze disastrose passare dalla paura all’amore.
Per realizzare questa alchimia occorre accorgersi che abbiamo il potere di scegliere l’onda in cui dimorare. Siamo noi a scegliere se chiudere il nostro cuore o aprirlo, siamo noi a scegliere se gioire o lamentarci… indipendentemente da ciò che accade fuori. La felicità deriva dalla consapevolezza di poter e di saper fare questa scelta.
Per esempio, nel dare alla luce il mio quarto figlio, la risposta immediata della mia persona è la paura di dover attraversare ancora quel dolore disumano che ho provato le altre tre volte. La consapevolezza però mi ricorda che vivere nel timore è una mia scelta che può essere mutata. Allora cerco di saltare dall’onda di sofferenza a quella dell’amore, sentendo la sua meravigliosa vibrazione in tutto il corpo. Scelgo ciò di cui nutrirmi e visto che la paura ha un brutto sapore preferisco cibarmi di amore.
È solo questione di scelta e noi tutti siamo in grado di compierla. Indispensabile però è Vedermi e sentirmi capace di questo, cioè avere una Visione di me stessa felice e appagata. Se cambia la Visione cambia facilmente anche la sensazione di cui poterci nutrire, per cui occorre partire dall’immagine simbolica che abbiamo di noi stessi per poi essere in grado di sostenere la vibrazione in cui desideriamo dimorare. Se io Vedo me stessa soffrire disperata in sala parto è molto difficile trasformare la paura in amore, ma se io creo una Visione di me durante quel momento serena e centrata tutto diventa più facile.
Questo passaggio richiede molta attenzione e presenza da parte nostra, perché non è un processo spontaneo; noi siamo abituati alla paura e la giustifichiamo. Scoprire invece che possiamo scegliere di sperimentare amore in ogni momento e in qualsiasi situazione ci troviamo è già di per sé una grande liberazione…
Bellissimo scritto !!! Sono completamente d’accordo ! Lo trovo illuminante e molto utile.
Grazieeee
Sei una Grande! Grazie
Bello! Hai dato conferma di un pensiero che mi ronza in testa da un pochino di tempo! Grazie :>