Dietro a ogni pensiero, parola, azione, c’è sempre un’immagine di se stessi che crediamo sia da difendere. Proprio questa difesa è l’origine della nostra sofferenza.
Proteggere un’immagine non è la salvezza, quanto piuttosto riconoscerne l’illusorietà fino a spogliarsi da essa. Vediamo in pratica cosa vuol dire.
Ieri parlavo con una donna sul cammino della conoscenza di sé riguardo i selfie che condivideva sui social. Le chiesi il motivo che la spingeva a postare l’immagine di sé e lei mi disse che era un amorevole atto di condivisione della sua gioia derivata dal visitare quei magnifici luoghi di sfondo ai selfie.
Le proposi di cercare l’immagine da difendere dietro questo “amorevole” gesto di condivisione della propria gioia, ma le dissi anche che a quel punto il gioco si sarebbe fatto duro e che avremmo continuato solo se veramente avrebbe avuto intenzione di essere sincera con se stessa per andare in profondità.
Scelse di continuare. Le chiesi allora di osservare quell’immagine di sé tanto “felice e amorevole” e di ascoltare per un po’ le sensazioni provate nel corpo, soprattutto a livello dei chakra.
Mi disse: “Non so perché ma sento qualcosa che si irrigidisce nel plesso solare”.
”Ok, va bene, prova a vedere se quell’immagine nasconde una motivazione diversa dalla condivisione amorevole”.
“Sì”, continuò lei, “forse vedo che in realtà voglio mostrare agli altri questa immagine di me; non è tanto una condivisione amorevole, ma più un vedete quanto sono felice e fortunata!”
“Che immagine vuoi dare agli altri di te?”
“Quella di una donna fortunata, forte e felice”, rispose lei.
“Perché vuoi mostrare quell’immagine di te?”
“Perché se gli altri mi vedono così è come se mi dessero conferma che è veramente così. L’immagine appare anche ai miei occhi più vera…”
“Ti accorgi che la maggior parte della tua energia vitale viene spesa per difendere e sostenere questa immagine ai tuoi occhi e a quelli degli altri? Questo vuol dire che dietro a ogni tuo pensiero ci sarà quell’immagine a urlare con forza Riconoscetemi!”
“Sì, ascoltandomi bene sento rigidità al plesso solare. Sento fatica e stanchezza. Vedo che ho passato tutta la vita a difendere questa immagine con rigidità e pretesa”.
“È così… Allora sono il voglio e non voglio che creano sofferenza? Volere quell’immagine e non volere l’opposto creano tutta la sofferenza che provi… e non il fatto che quell’immagine sia o non sia confermata… perché quell’immagine non è e non sarà mai ciò che sei veramente. La tua vera natura non ha niente a che vedere con alcuna immagine. È credere di essere quell’immagine a generare dolore.
“Ma procediamo per passi e osserva bene: quell’immagine è ciò che tu sei veramente?”.
“No”.
“Perché no? Come fai a dirlo?”.
“Perché posso guardare quell’immagine quindi sono colei che guarda e non l’immagine stessa”.
“Sì, ottimo… E chi è colei che guarda? Può essere un’ immagine colei che guarda?”
“No, altrimenti sarebbe sempre l’oggetto e mai il soggetto”.
“Allora perché da tutta la vita difendi un oggetto che non è te? Perché ti arrabbi se qualcuno mette in discussione l’immagine di te brava, forte e amorevole, se quell’immagine non sei veramente tu?”.
“Già, e chi sono io ‘veramente’ allora?”.
“Questa è una buona domanda, ma intanto osserva cosa non sei. Prendi coscienza di tutte le immagini di te che cerchi di difendere a ogni pensiero, parola, azione. Vedi chiaramente la loro illusorietà e che quindi un’immagine vale l’altra. Se uno ti odia o ti ama è così importante? Amerà o odierà solo un’immagine che non appartiene a ciò che sei veramente. Perché scaldarsi tanto a difendere un’illusione? … La tua vera natura è inattaccabile”.
“Mi sembra che fin ora ho lottato per imporre continuamente un’immagine di me. Ma c’è violenza in questa imposizione! Sento violenza ora nell’imporre continuamente immagini di me che voglio che tutti accettino e amino”.
“Buona cosa! Siamo arrivati alla violenza. Allora che ne è del tuo gesto amorevole di condivisione e della tua gioia?”.
“Non vedo più né gioia né amore… cosa triste, molto triste!”
“Lascia che la tristezza accompagni il dissolversi dell’illusione finché si tramuterà in un’apertura del cuore… lascia semplicemente che quell’immagine si dissolva… non è reale, lasciala andare. Quella gioia e quell’amore che legavi all’immagine non erano reali. Solo un’immagine da difendere. O forse lo sono stati per un istante, ma poi ecco che l’immagine ancora compare con l’identificazione a quella e l’attimo svanisce: ricompare la storia, il passato, il futuro, l’inganno.
“Credere di aver bisogno di un’immagine non permette alla consapevolezza di superare la struttura egoica di dolore. Lascia che ogni immagine di te si dissolva così che accada quello spoglio da ogni immagine che permette l’Io Sono. Il soggetto. Il solo soggetto che esiste. Senza l’immagine da difendere e imporre, non vi sono più oggetti, solo un unico soggetto: Dio, l’Amorevole presenza, Te, Tutti, Tutto. Il soggetto e l’oggetto sono uno”.
“È terribile e liberante allo stesso tempo!”.
“Sì, terribile per l’ego e liberante per ciò che sei veramente e per tutti quanti, perché quando le tue immagini di sogno svaniscono, la luce della consapevolezza splende per tutti”.
“Ho compreso, da ora avrò più consapevolezza del padrone che starò servendo: l’io o Dio”.
Carlotta Brucco
..
Meravigliosamente terribile quanto stupendo…
cara Carlotta semplicemente splendido. proprio in questi giorni ho visto in un mio comportamento la parte nascosta egoica e sono rimasta colpita profondamente. farò in modo che non succeda più.